Alcoa, Hewlett-Packard e Bank of America si preparano a dire addio al Dow Jones Industrial Average, l'indice americano composto dai 30 titoli a maggiore capitalizzazione azionaria. Una vera e propria rivoluzione considerato il fatto che, a parte sporadiche modifiche, la composizione del listino era ferma da quasi dieci anni. È il segno dei tempi, nonché il termometro dei settori che hanno perso terreno in favore di altri che, oggi, cavalcano il mercato. A uscire di scena sono il colosso dell'alluminio Alcoa, il big tecnologico Hewlett-Packard e l'istituto di credito Bank of America. A partire dalla fine della seduta del prossimo 20 settembre, i tre titoli lasceranno il passo al marchio dell'abbigliamento sportivo Nike, al gruppo di carte di credito Visa e alla banca d'affari Goldman Sachs.
A propendere per il cambio di rotta è stata la società che gestisce il listino, l'S&P Dow Jones Indices, controllata di McGraw Hill Financial e in cui CME Group e la Dow Jones & Company (quest'ultima parte del gigante dei media News Corp), hanno una quota. Chiare le intenzioni: prendere atto del fatto che i corsi azionari di queste società sono negativi e «diversificare il settore e il modo in cui gli industriali sono rappresentati nell'indice». È un pezzo di storia economica che cambia: di sicuro nel caso di Alcoa che era nell'indice da 54 anni e di Hewlett-Packard che era arrivata nel listino nel 1997. Mentre, di fatto, la presenza di Bank of America è iniziata «solo» cinque anni fa. Anche dieci anni fa, nell'aprile 2004, il turnover del listino fu di rilievo: il colosso assicurativo American International Group, il gruppo farmaceutico Pfizer e la società di telecomunicazioni Verizon Communications sostituirono il gigante delle telecomunicazioni At&t, il colosso delle pellicole fotografiche Eastman Kodak e International Paper, attiva nel settore della carta e del packaging.
Qualche sporadico passaggio di mano è andato in scena nel frattempo: un anno fa Kraft Foods, che a settembre 2008 aveva preso il posto di Aig, ha lasciato il passo alla compagnia assicurativa UnitedHealth, e a giugno 2009, subito dopo la crisi finanziaria, Citigroup ha fatto spazio a un'altra società assicurativa, la Travelers.
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