Economia

Draghi: "Ottimista sul futuro dell'Europa"

Il governatore uscente della Banca centrale europea parla del suo periodo alla guida dell'Eurotower

Draghi: "Ottimista sul futuro dell'Europa"

Si sta togliendo più di qualche "sassolino dalle scarpe" Mario Draghi, presidente uscente della Banca centrale europea.

Dall'Università Cattolica, dove si è svolta la cerimonia per conferirghi la laurea honoris causa in Economia, l'ex governatore di BankItalia dichiara: "La creazione dell’Unione europea, l’introduzione dell’euro e l’attività della Bce hanno incontrato molti ostacoli e dovuto fronteggiare molte critiche. Hanno dimostrato nondimeno il loro valore; oggi sono coloro che dubitavano a essere messi in discussione".

A pochi mesi dal suo mandato la guida della Bce vuole sottolineare quanto fatto negli scorsi anni e nel farlo mostra un atteggiamento positivo rispetto ai risultati ottenuti: "Sono ottimista sull'Europa, essere parte dell'Unione europea è diventata la norma per la maggior parte delle persone. L'euro è popolare come non mai, mentre il supporto per l'Ue è al suo livello più alto dalle crisi precedenti". Per il governatore della Bce le misure non convenzionali prese dalla Banca centrale europea, quali i tassi negativi e l’acquisto di titoli di Stato "Hanno avuto un impatto sostanziale, contribuendo per 2,6 punti percentuali alla crescita del PIL nell'area dell'euro fra il 2015 e il 2018 e per 1,3 punti percentuali all'inflazione".

Poi Draghi si concentra su tre temi: politiche fiscali, autonomia della Bce e Grecia. Sul primo punto l'economista ritiene che "Una politica fiscale più attiva nell'area dell'euro permetterebbe di modificare più celermente quelle politiche dei cui effetti negativi su alcune categorie di cittadini e di intermediari siamo ben consapevoli"; inoltre, "Dove la politica fiscale ha svolto un ruolo più rilevante dopo la crisi, il ritorno alla stabilità dei prezzi è stato più rapido. Negli Stati Uniti, ad esempio, dal 2009 al 2018 il disavanzo primario strutturale è stato in media pari al 3,6% del Pil potenziale, nell'area dell'euro si è registrato un avanzo pari allo 0,5%. E' una delle ragioni per cui i tassi di interesse hanno potuto risalire più velocemente negli Stati Uniti, mentre nell'area dell'euro sono bassi o negativi da lungo tempo".

Per quanto riguarda il secondo punto, per Mario Draghi "L'indipendenza della banca centrale non preclude la comunicazione con i governi quando è chiaro che politiche reciprocamente allineate porterebbero a un ritorno più rapido alla stabilità dei prezzi", sottolineando come questa imponga solamente dei "limiti su ciò che un tale allineamento potrebbe comportare", stabilendo che "l'allineamento tra le politiche, ove necessario, deve servire l'obiettivo della stabilità monetaria e non dovrebbe andare a scapito di esso".

Poi l'ultimo tema, che è stato uno di quelli che maggiormente hanno avuto dei riflessi sul suo periodo alla guida dell'EuroTower: la Grecia. "La scelta di sostenere la Grecia nel corso della crisi del 2015 "si è rivelata giusta, sia per la Grecia che per l'Europa, anche se il prezzo per i cittadini greci è stato alto.

Grazie alla solidarietà dell'Europa, al coraggio e all'impegno dei successivi governi greci si è trovato un percorso per uscire dalla crisi".

Commenti