Draghi fa scendere i Btp sotto il 2%

La scommessa: oggi dalla Bce novità sull'acquisto di titoli di Stato. Euro in caduta: torna ai livelli dell'agosto 2012

Draghi fa scendere i Btp sotto il 2%

Adesso tocca a Draghi. Dopo un mese di duelli a distanza con la Bundesbank, oggi il presidente della Bce dovrà scoprire le carte, mostrando ai mercati se davvero il quantitative easing è in rampa di lancio. Alla vigilia della riunione dell'Eurotower, l'ultima del 2014, si è sparso un diffuso ottimismo sulla possibilità che il piano di acquisto di titoli di Stato venga annunciato. Al punto da far scendere, per la prima volta nella storia, i rendimenti del Btp decennale sotto al 2% (1,97%) e schiacciare lo spread con il bund a 123 punti, ai minimi dall'aprile 2011. Con i fondamentali dell'Italia tutt'altro che brillanti, simili valori si possono infatti giustificare solo con l'azione di sostegno supplementare che potrebbe arrivare da Francoforte.

Ma davvero Draghi romperà gli indugi, sfidando apertamente il capo della Buba, Jens Weidmann, e i suoi alleati, convinti che lo shopping di bond travalica il mandato della Bce? Il progressivo indebolimento dell'euro, arrivato ieri a un minimo di 1,2308 contro il dollaro (non accadeva dall'agosto 2012), e la contestuale picchiata dei prezzi del petrolio (ancora al di sotto dei 67 dollari il barile) hanno un potenziale deflazionistico tale da far pendere il piatto della bilancia dalla parte di un intervento radicale. Certo, la caduta del greggio dovrebbe essere di stimolo alla domanda interna, ma non è certo se ciò sarà sufficiente a “scaldare“ l'inflazione. Inoltre, lo stato di salute precario di buona parte della manifattura nell'Eurozona consiglierebbe di muoversi con decisione e senza valutare l'effetto delle misure convenzionali e non finora messe in campo.

Ma dalla riunione della Bce potrebbe uscire anche una fumata nera. A quel punto, acquisteranno ancora più peso le parole che Draghi pronuncerà nella successiva conferenza stampa. Se ripeterà di voler riportare l'inflazione vicina al target del 2% «senza ritardo», allora vorrà dire «che ha i numeri per il QE», afferma Richard Barwell, economista della Royal Bank of Scotland. Ma quali numeri? In settembre, l'ex governatore di Bankitalia aveva detto di poter contare su una «maggioranza confortevole» in seno al consiglio. E tanto era infatti bastato per far passare, fra i mugugni tedeschi, l'acquisto di Abs. E un'eventuale, ulteriore sottolineatura sulla necessità di acquistare titoli sovrani (e non solo), potrebbe indicare che Draghi ha coagulato attorno alla sua idea di politica monetaria un maggior numero di consensi. Ovviamente, una maggioranza rafforzata rispetto a tre mesi fa avvicinerebbe l'uso del bazooka.

Ma per capire la direzione che la Bce intende prendere saranno anche importanti le nuove stime sulla crescita del Pil e quelle sull'andamento dei prezzi che forniranno gli uffici dell'Eurotower.

Con la riunione di oggi si chiude comunque un'era: dal 2015, non più riunioni con cadenza mensile, ma ogni otto settimane, oltre a un sistema di rotazione che, a turno, manderà in panchina quattro membri del board.

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