L'auto elettrica fa sempre notizia anche se i numeri delle immatricolazioni restano ancora limitati, seppur in crescita, e l'autonomia delle batterie non consente di affrontare percorrenze medio lunghe. Il problema, al di là dei continui miglioramenti tecnologici relativi alle batterie, riguarda le infrastrutture, cioè i punti di ricarica sia nelle città ma soprattutto lungo le grandi arterie stradali. In Italia ci sono 635 coloninne dislocate in 74 province. La loro ubicazione è soprattutto nei centri urbani (una macchina elettrica può essere comunque ricaricata dalla presa del garage di casa).
Da implementare è invece il sistema extra-urbano: ci ha pensato, tempo fa, la casa automobilistica americana Tesla con Autogrill, a Dorno (Pavia), sulla A7, mentre ieri Enel ed Eni, sulla via Pontina tra Roma, Pomezia e il litorale, hanno inaugurato la prima installazione «Fast Recharge Plus» in una Eni Station. Francesco Starace, ad di Enel, e Salvatore Sardo, direttore Downstream di Eni - presente il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi - hanno di fatto dato il via a un progetto pilota per la mobilità elettrica. Il sistema installato sulla Pontina permette di ricaricare contemporaneamente tre veicoli elettrici sia in corrente continua sia alternata a 50, 22 e 43 kW, risultando così compatibile con tutti i mezzi a batteria.
La ricarica dura meno di mezzora, giusto il tempo di un caffè o di uno spuntino. Enel ed Eni, conclusa la sperimentazione, si propongono di realizzare impianti analoghi in tutta Italia nelle stazioni di servizio del Cane a sei zampe lungo le strade extra-urbane, le superstrade e le autostrade.
«Se vogliano coprire tutta l'Italia - ha spiegato Starace - ci vogliono tra le 200-300mila coloninne; ne bastano invece 15mila per coprire decentemente la rete autostradale più le nove aree metropolitane, oltre a Roma». Dal prossimo incontro tra Lupi, Aiscat e la stessa Enel, si guarderà a «un grande piano», così il ministro, sulla mobilità elettrica.
La sfida nella sfida a livello istituzionale è anche quella di far ritornare sui propri passi l'ad di Fca, Sergio Marchionne, secondo il quale «produrre su larga scala auto elettriche sarebbe masochismo industriale», visti i costi unitari
elevati (10mila dollari di perdita per ogni Fiat 500 elettrica realizzata per il mercato californiano).Nel 2014, secondo i dati Unrae, le auto elettriche vendute in Italia sono state 1.101, il 26% in più del 2013 (874 unità).
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