Enel di Francesco Starace prosegue nel piano di ristrutturazione del debito anche grazie al riassetto della controllata spagnola Endesa (di cui possiede il 92%). Quest'ultima ha annunciato ieri, presentando a Londra il piano industriale 2014-2016, ulteriori dividendi per 6,5 miliardi di euro che portano la cedola totale a 14,6 miliardi (di cui 8,2 provenienti dalla cessione alla casa madre delle attività in Cile per la medesima cifra); la cedola sarà pagata il 29 ottobre. Sul bilancio 2014 sono poi stati già previsti dividendi ordinari per 800 milioni, considerati la base della crescita progressiva delle cedole per almeno il 5% annuo. Un toccasana per Enel (-0,6% a 3,9 euro in Borsa) che, per chiudere l'anno con un debito netto di 37 miliardi (39,7 miliardi del 2013) sta portando avanti un complesso piano di ristrutturazione, compresa la cessione degli asset in Romania e Slovacchia e di una quota di Endesa. Sulle modalità (si ragiona su un delisting o a una opv fino al 22%) si dovrebbe decidere tra un mese.
Già con il maxi dividendo straordinario staccato dalla controllata spagnola (alla società italiana andranno oltre 13,4 miliardi), il rapporto tra debito ed ebitda dovrebbe infatti portarsi, a giudizio delle prime stime degli analisti, a 1,8 consentendo al gruppo di mantenere l'investment grade.
Endesa vede poi il suo futuro di marcia impostato su tre direttrici: la concentrazione sul mercato locale anche attraverso possibili acquisizioni, una struttura del capitale più efficiente e una attraente politica di dividendi. Più in dettaglio Endesa guarda a possibili acquisizioni nel mercato iberico, ha detto Josè D. Bogas, neo ad subentrato ad Andrea Brentan. Attesa a stretto giro poi la decisione sull'offerta per gli asset spagnoli di E.On.
Quanto ai numeri, Endesa punta a un ebitda di 2,9 miliardi nel 2014 e 2015 e di 3,1 miliardi nel 2016. L'utile netto invece è visto a 1 miliardo nel 2015 e a 1,1 miliardi l'anno successivo. Previsti poi nel triennio investimenti per 2,5 miliardi in Spagna e Portogallo, dopo la vendita di tutti gli attivi in America Latina alla controllante Enel.
Un piano strategico quello di Endesa «volto a mantenere le quotazioni di mercato post dividendo e a favorire l'ulteriore discesa di Enel con una possibile
vendita di azioni. Il piazzamento di un 20% della capitalizzazione pari a 18,5 miliardi post dividendi porterebbe a Enel 3,7 miliardi di riduzione del debito», commentano gli analisti di Equita (buy a 4,4 euro sul titolo).