Eni si rafforza nel Ghana, grazie a un accordo per lo sviluppo delle riserve di gas. Il Cane a sei zampe, insieme alla società Vitol, ha firmato infatti con il governo del Paese africano e con la società di Stato, Ghana National Petroleum Corporation (Gnpc), un memorandum di intesa. L'accordo riguarda la commercializzazione delle riserve di gas scoperte nel blocco Offshore Cape Three Points (Octp), situato nel Tano Basin. La quota posseduta da Eni è del 47,222%; gli altri partner della joint venture sono Vitol (37,778%) e Gnpc (15%).
Il documento definisce i principi chiave del futuro piano di sviluppo dei campi e della commercializzazione del gas prodotto. L'intesa dedica inoltre particolare attenzione al mercato domestico del gas, settore in crescita in Ghana e, rispetto al quale, Eni e i partner della joint venture intendono rivestire un ruolo trainante.
Il memorandum, si legge nella nota del gruppo, «rientra nell'ambito della strategia di crescita di Eni nella regione e ne riafferma il ruolo di leader nello sviluppo delle risorse gas, funzionali alla crescita economica e sociale dei Paesi in cui la compagnia opera». Il gruppo italiano è presente nel Paese dal 2009 e attualmente è operatore dei due blocchi esplorativi Offshore Cape Three Points e Offshore Keta.
In Europa, intanto, Gazprom starebbe considerando l'ipotesi di cambiare il percorso del troncone settentrionale del gasdotto South Stream - progetto congiunto della compagnia russa e di Eni - e farlo passare attraverso la Croazia invece dell'Ungheria. Lo scrive il quotidiano di Zagabria Jutarnji list che cita i dirigenti di Plinacro, azienda croata per il trasporto di gas.
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