Economia

Evergrande "buca" il piano salva debito

Il big del mattone cinese: "Serve tempo, soluzione entro fine anno"

Evergrande "buca" il piano salva debito

La crisi del colosso cinese Evergrande fatica a trovare uno sbocco, alimentando i timori di un collasso che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla seconda economia mondiale, e quindi sulle Borse. Lo sviluppatore immobiliare, gravato da 300 miliardi di dollari di debiti, aveva promesso la presentazione entro luglio di un piano preliminare di ristrutturazione del debito estero: 22,7 miliardi di dollari su cui ha iniziato a sospendere i pagamenti a fine 2021.

Ma nell'ultimo giorno disponibile Evergrande ha chiesto altro tempo, limitandosi a indicare i «principi» ai quali il piano si atterrà. «Ci attendiamo che il lavoro di due diligence sul gruppo si concluda a breve» e, dopo un confronto con i creditori, possa essere annunciato, si legge nella nota, «uno specifico piano di ristrutturazione del debito offshore entro il 2022». Sulla sua formulazione Evergrande non va oltre alcune indicazioni generiche come «il rispetto dei principi internazionali» e dei «diritti dei creditori», il loro «equo trattamento in relazione ai loro diritti e alle loro pretese» e la predisposizione «di pacchetti di asset» a garanzia dei debiti ristrutturati. Il rinvio arriva in un momento di grande nervosismo attorno a Evergrande, che il 22 luglio ha silurato l'ad, Xia Haijung, e il direttore finanziario, Pan Darong, a causa dell'appropriazione, da parte di alcune banche, di 2 miliardi di liquidità messa a garanzia di debiti di soggetti terzi che non sono stati ripagati.

Il neo ad, Shawn Siu, ha auspicato che tutti «comprendano la complessità e la difficoltà di riorganizzazione del gruppo» che presenta «una grande dimensione e un'ampia gamma di attività e sta vivendo grandi difficoltà operative». «Per completare la ristrutturazione del debito estero - ha aggiunto - abbiamo bisogno di più pazienza e tempo da parte di tutti i settori della società». Nel frattempo «stiamo facendo ogni sforzo per riprendere il lavoro, la produzione e la consegna di stabili».

Evergrande, sospesa alla Borsa di Hong Kong da marzo, possiede più di 1.300 progetti in 280 città e la sua agonia si ripercuote anche sui fornitori, in crisi di liquidità per i mancati pagamenti, e su coloro che hanno acquistato in anticipo una casa. Un crescente disagio sociale, nell'ambito di una crisi generalizzata del mattone cinese, che si è tradotto in forme di protesta come la sospensione del pagamento da parte di clienti e imprese dei propri debiti con le banche. «L'intera piramide sta collassando» e la crisi di Evergrande «sta allungando i suoi tentacoli attraverso l'economia cinese», ha commentato a Bloomberg Anne Stevenson-Yang, cofondatrice di J Capital Research.

Per Jean-Louis Nakamura capo investimenti Asia-Pacific di Lombard Odier, lo slittamento è «un passo falso» che mina «la credibilità di Evergrande».

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