Ex Ilva, ArcelorMittal sospende lo spegnimento degli altiforni

L'annuncio di Landini: "Primo risultato importante, ma non c'è tempo da perdere". Mattarella: "Un grande problema nazionale che va risolto"

Ex Ilva, ArcelorMittal sospende lo spegnimento degli altiforni

ArcelorMittal ha sospeso la procedura di chiusura degli impianti, provvedendo contestualmente alla riapertura degli uffici commerciali in attesa della decisione del Tribunale di Milano, che ha fissato per il prossimo 27 novembre l'udienza sul ricorso cautelare dei commissari. In una nota diramata si legge: "Tale processo è in linea con le migliori pratiche internazionali e non recherebbe alcun danno agli impianti e non comprometterebbe la loro futura operatività". Il gruppo ha fatto inoltre sapere che "accoglie l'invito a partecipare alla discussione tra tutte le parti coinvolte il 27 novembre".

La Procura di Milano, nel fascicolo esplorativo aperto pochi giorni fa, indaga anche sul mancato pagamento dei creditori dell'indotto Filoni che va ad aggiungersi a verifiche su presunte appropriazioni indebite di materiale relativo al magazzino di materie prime, su false comunicazioni societarie e al mercato. Intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte vedrà i vertici di Mittal venerdì nel tardo pomeriggio, e le parti sociali spingono affinché sfrutti questa occasione per rimettere sul piatto tutte le condizioni iniziali dell'intesa non solo per togliere alibi, ma per costringerli - di fatto - a rispettare le intese firmate solo pochi mesi fa.

"Primo risultato importante"

Maurizio Landini ha affermato: "In questi minuti è arrivata la notizia dall'azienda ai delegati che è stata sospesa la procedura di spegnimento dei forni. Questo è un primo risultato importante ma adesso non c'è tempo da perdere". Il segretario generale della Cgil ha sottolineato nuovamente: "Arcelormittal deve revocare il suo provvedimento e discutere al tavolo come si applica l'accordo che è stato firmato. Il governo da parte sua deve ripristinare tutte le condizioni legislative presenti all'atto dell'accordo". Landini ha infine concluso: "È sotto gli occhi di tutti che avere responsabilità oggi significa dare un futuro al paese e un futuro vuol dire essere capaci di produrre acciaio senza inquinare e senza perdere un posto di lavoro".

Sulla questione ha preso posizione anche Sergio Mattarella: il presidente della Repubblica ha ascoltato i segretari di Cgil, Cisl e Uil ma non è entrato ovviamente in alcun modo sulle modalità attraverso cui risolvere la crisi, dato che spetta al governo trovare una soluzione.

Il capo dello Stato ha ribadito che si tratta di un grande problema nazionale che va risolto con tutto l'impegno e la determinazione, non solo per le implicazioni importantissime sul piano occupazionale ma anche per quanto riguarda il sistema industriale italiano.

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