Per Fca cambia il clima negli Usa

Stati Uniti non solo delizia, ma ora anche un po' croce per Sergio Marchionne. L'intoppo Uaw e la minaccia di sciopero, al di là di come chiuderà il negoziato sul rinnovo del contratto (alle 6 ora italiana di oggi, la scadenza dei termini), fanno sì che per Fca la situazione potrebbe non essere più la stessa. Magari, alla fine, le parti si metteranno d'accordo sul contratto, prima benedetto dai vertici del sindacato e poi bocciato dal 65% della base, ma il precedente (la minaccia di incrociare le braccia) resta e potrebbe ripetersi in futuro, tenendo anche conto del cambio generazionale in corso negli stabilimenti americani. Collegato all'esito del rush finale tra Fca (il team è guidato dal capo del personale negli Usa, Mike Keegan) e Uaw è anche lo sbarco in Borsa a New York di Ferrari. Trascorsa senza novità la settimana scorsa, domani potrebbe esserci l'annuncio della forchetta di prezzo del titolo. Vorrebbe dire il via al road-show lunedì e, quindi, la campanella a Wall Street nella seconda parte del mese, come da programma.

L'aggancio del caso Ferrari con il sindacato Uaw, però, esiste e non è da sottovalutare. L'impianto Fca di Trenton (New Jersey) produce il monoblocco del motore V6 che, successivamente, viene completato a Maranello dai tecnici del Cavallino e poi ceduto a Maserati per essere montato su Ghibli e Quattroporte. Per Ferrari non è un business indifferente, anche alla luce dell'arrivo del Suv Levante nel 2016.

L'improvviso vento contro nei rapporti Fca-Uaw potrebbe

indurre il mercato a qualche riflessione. Questo e anche il caso Volkswagen sarebbero tra i motivi che hanno spiazzato le sale operative che attendevano, entro la scorsa settimana, l'avvio dell'iter finale dell'Ipo di Ferrari.

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