Pierluigi Bonora
La maratona della galassia Agnelli, cominciata giovedì con il cda di Exor, si è conclusa ieri ad Amsterdam dove si sono svolte le assemblee di Fca, CnhI e Ferrari. Un tour de force per l'azionista John Elkann e Sergio Marchionne, ad di Fca, nonché presidente di Ferrari e CnhI. I temi di maggiore interesse: la distribuzione agli azionisti, tra il 4 e 17 maggio, delle quote di Rcs in possesso di Fca; il ritorno alla ribalta del partner da sposare (dopo il «no» di Gm, si riparla di Volkswagen, Toyota e Ford); la possibile cedola prima del 2018 legata all'auspicio, come precisato da Marchionne, dell'azzeramento del debito. Confermati anche gli obiettivi finanziari del 2016. Di Ferrari ne parliamo a parte, mentre per Cnh Industrial, Marchionne si attende un 2016 impegnativo per le macchine agricole e una situazione in America Latina sempre difficile.
Sull'uscita dal gruppo che edita il Corriere della Sera, ai soci del Lingotto (Fca ha attualmente la maggioranza relativa con il 16,7% del capitale) è stato spiegato che le operazioni per la distribuzione dei titoli avranno effetto l'1 maggio. La record date del 3 maggio sarà per chi ha azioni Fca su Monte Titoli (quelle quotate in Italia) e il 4 per quanti le hanno depositate su Dtc (le azioni sul New York Stock Exchange). Le azioni Rcs, comunque, potranno essere depositate solo sui conti degli intermediari che partecipano al sistema Monte Titoli. La distribuzione, sottolinea Fca, potrebbe essere trattata come un dividendo ai fini della normativa fiscale italiana e, pertanto, soggetta a una ritenuta alla fonte fino al 26%. Exor deterrà il 5% di Rcs, quota che la «cassaforte» di casa Agnelli ha però già annunciato di mettere sul mercato.
Allo stato dei fatti, inoltre, non dovrebbero emergere soci forti di Rcs; lo stesso Marchionne, infatti, avrà in mano intorno allo 0,2 per cento.
Ad Amsterdam, gli azionisti di Fca hanno dato l'ok al bilancio 2015, e sia Elkann sia Marchionne sono stati rieletti nel cda con un particolare curioso: il secondo, cioè l'ad, ha ottenuto più voti del primo, azionista e presidente: 98,52% contro 87,22%. «Ho preso più voti - l'immediata battuta di Marchionne - perché ho promesso che il dividendo arriverà prima». Rieletti anche tutti gli altri attuali membri del cda come amministratori non esecutivi. Il cda di Fca potrà acquistare azioni ordinarie della società fino a un massimo del 10% delle azioni ordinarie emesse alla data dell'assemblea.
Il tema del consolidamento, ora. A ritornarci per primo, l'altro giorno, era stato il presidente Elkann, e ieri Marchionne è entrato più nel dettaglio. Fca vede Toyota, Volkswagen e Ford come candidati potenziali per un matrimonio. In pratica, sono i tre gruppi rimasti sull'agenda di Marchionne («solo con loro varrebbe la pena») dopo che il tentativo di approccio con Gm è stato respinto.
«La porta delle alleanze non è mai stata chiusa. Il tema non cambia. I coreani? Quelli non si sposano», ha aggiunto l'ad, riferendosi al Gruppo Hyundai-Kia.
Marchionne ha quindi ribadito che «se un'alleanza si presenta entro il 2018, la farà lui, ma se sarà più tardi (dopo quell'anno l'ad dovrebbe lasciare il Lingotto, ndr), saranno problemi degli altri».Infine, i dati di vendita a marzo in Europa. Fiat Chrysler Automobiles (+13,3%, con il marchio Fiat segnare +14%) cresce più del mercato (+5,7% a 1,745 milioni di unità).
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