Economia

Ferrari sotto attacco hacker: ecco quali dati "segreti" sono stati rubati

Almeno 7 giga di documenti sarebbero stati criptati da un attacco hacker subìto dalla Ferrari poi smentito dalla stessa azienda: ecco di cosa si tratta e come difendersi dai pirati informatici

Da Twitter
Da Twitter

Tantissimi dati finiti online nelle mani sbagliate: la Ferrari avrebbe subìto un attacco hacker nelle ultime ore come è stato diffuso da Red Hot Cyber, il portale che condivide notizie per la sicurezza informatica dei cittadini. A loro volta, a diffondere la notizia sono stati gli stessi pirati informatici chiamati RansomEXX con un post pubblicato sul loro data leak site (Dls).

Cosa è stato sottratto

Secondo quanto riportato dalla cybergang, sarebbero stati sottratti documenti interni, datasheet (schede tecniche di auto e monoposto), manuali di riparazione e tanto altro materiale per un totale di 7 giga. Tutti questi dati sono stati messi a disposizione di chiunque si fosse collegato con il portale pirata e pronti per essere scaricati. Un qualsiasi comune cittadino, potrebbe adesso essere in possesso di file word o pdf di chissà quali e quanti "segreti" della Casa di Maranello.

I precedenti

Quanto accaduto nelle ultime ore non rappresenta una prima volta sui documenti riservati della Ferrari finissero in rete: in passato ne aveva approfittato anche la cybergang chiamata Everest che, dopo aver violato l'azienda italiana Speroni, era riuscita a pubblicare numerosi documenti del cavallino rampante in loro possesso. Come ricordano gli esperti di Red Hot Cyber, "l’accesso alla rete onion e al download dei dati (attraverso TOR Browser) è praticabile da chiunque, anche se non dotato di particolari competenze in materia".

Cos'è un ransomwere

A questo punto, i cyber criminali vogliono un riscatto (chiamato ransom) per fare in modo che il sistema informatico ormai infettato possa tornare a essere utilizzato. Come spiega il Corriere, tutti i file che all'interno sono stati "infettati", sono inutilizzabili perché crittografati fin quando il proprietario non entra in possesso di un codice per sbloccarli (una specie di pin), codice che sarà disponibile soltanto dopo il pagamento della somma di denaro richiesta. Questo attacco viene anche chiamato "silenzioso" perché chi lo subisce può non rendersene conto fino a quando non gli viene chiesto il riscatto.

In pratica, un ransomware cripta i dati inziando da quelli che vengono usati di meno così l'utente continua a usare il pc senza accorgersi di nulla. Man mano, però, succede qualcosa di strano: il computer si spegne in automatico, si riavvia e appare lo strano messaggio con la richiesta dei soldi. Molte aziende provano a difendersi con sistemi di backup che in automatico riescono a recuperare i dati sensibili che sono stati hackerati.

La risposta della Ferrari

Con una nota, l'azienda ha successivamente specificato di essere consapevole "del fatto che alcuni media hanno segnalato la possibile perdita di informazioni da parte di Ferrari e la presenza di alcuni documenti online" e che la Ferrari non ha "alcuna evidenza di una violazione dei propri sistemi o di ransomware e informa che non c'è stata alcuna interruzione del proprio business e dell’operatività".

Inoltre, l'azienda fa sapere di essere al lavoro "per identificare la fonte dell'evento e metterà in atto tutte le azioni necessarie".

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