Se da una parte l'accordo tra Fiat e Veba, che consentirebbe al Lingotto di chiudere la partita sul 100% di Chrysler, potrebbe arrivare a cavallo di dicembre con gennaio, dall'altra si registra la nota con cui il gruppo americano «reputa non fattibile il lancio e il completamento di un'offerta pubblica prima della fine del 2013» (complici anche le imminenti festività che per gli americani, con il Thanksgiving, inizieranno da domani). La decisione del cda di Chrysler è arrivata dopo aver ascoltato i consigli dei propri consulenti legali. Un comunicato di Fiat sottolinea, a questo punto, che «non è possibile assicurare se e quando un'offerta verrà lanciata poiché il lancio sarà subordinato alle condizioni di mercato e alle ulteriori valutazioni del caso». Questa situazione di stallo, salvo uno sblocco improvviso dei negoziati a favore del Lingotto, non fa certo piacere a Sergio Marchionne, il quale vede protrarsi troppo in là nel tempo l'integrazione Fiat-Chrysler con tutti problemi di programmazione e strategie industriali che ne derivano.
E così, mentre il mercato guarda con favore allo slittamento dell'Ipo del 16,6% di Chrysler al primo trimestre 2014 («c'è più tempo per trattare con Veba - commenta un analista - e Fiat, inoltre, potrà esercitare, in gennaio, la quarta call sul 3,3% di Chrysler con più serenità e a un costo più basso»), l'impressione è che Marchionne si sia stancato di questo tira e molla. Anche perché, più si va avanti con i mesi, più cresce il rischio di incertezza per la situazione economica Usa. Prima o poi, infatti, la Fed comincerà a diminuire la liquidità immessa sul mercato. Non è un caso che il Tesoro americano abbia annunciato l'intenzione di cedere, entro il 2014, i restanti 31,1 milioni di azioni, pari al 2,2% della società, che ancora detiene nella General Motors.
Alla luce di tutto questo, si fanno sempre più insistenti le voci di un raffreddamento del feeling tra Marchionne e Chrysler, nel senso che il top manager avrebbe deciso di ribilanciare la propria attenzione, nonché presenza, guardando di più, da ora in poi, alla soluzione dei non pochi problemi del gruppo in Europa e ai nuovi piani di sviluppo in Brasile (il nuovo mega-impianto di Pernambuco comincerà a produrre nel 2014), mercato centrale per il Lingotto. Ci si deve attendere, dunque, un Marchionne più presente da questa parte dell'Atlantico rispetto al passato allo scopo di seguire, in prima persona, la scommessa sui marchi premium Maserati e Alfa Romeo. Ma anche in America Latina, dove il nuovo investimento a Pernambuco di oltre 3 miliardi di reais permetterà di sfornare tra 200 e 250mila veicoli l'anno in aggiunta a quelli che vengono prodotti nello storico stabilimento di Betim destinato a sfiorare il milione di unità prodotte. Il segnale che Marchionne intende mandare agli americani è chiaro: ulteriori ritardi sull'integrazione non sono più ammessi in quanto finiscono inevitabilmente per ripercuotersi sulla programmazione dei nuovi modelli. E la decisione dell'amministratore delegato di Fiat di annunciare il nuovo piano industriale dopo la prima trimestrale del 2014 fa capire come, per quella data, la vertenza con Veba dovrà essere definita, in un modo o nell'altro.
Intanto, se la quarta opzione call su Chrysler sarà esercitata a gennaio, a quel punto Fiat avrà il diritto di acquistare un altro 3,3% del gruppo Usa in mano a Veba a un prezzo più favorevole - essendo l'Ipo ancora nel limbo - perché parametrato sul valore del titolo Fiat degli ultimi 20 giorni.
Sul fronte Chrysler, dunque, il clima è destinato ad arroventarsi, e non solo per quanto riguarda la scalata di Fiat al 100%. In gioco, a questo punto, c'è il futuro dell'asse Torino-Detroit.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.