Senza Chrysler Fiat arranca e solo grazie alla casa di Detroit chiude il trimestre in nero. E così Sergio Marchionne, numero uno del colosso delle quattro ruote, preferisce rinviare a data da destinarsi il debutto sul mercato della controllata (al 61,8% del capitale) a stelle e strisce, da quest'anno consolidata nei conti del gruppo che quindi non sono confrontabili con quelli del secondo trimestre 2011. All'Europa manca ossigeno e anche l'America Latina inizia a mostrare qualche segnale di fatica. Lo si poteva percepire dai numeri sulle immatricolazioni e i dati relativi al secondo trimestre del Lingotto lo hanno confermato senza margine di dubbio.
Senza le attività a stelle e strisce, il colosso torinese avrebbe chiuso il periodo con un rosso di 246 milioni di euro, mentre con Chrysler il risultato netto è stato positivo per 358 milioni (rispetto ai complessivi 1,237 miliardi del 2011 che beneficiavano peraltro anche di componenti atipiche). Un dato che ha fatto storcere il naso agli analisti che si aspettavano qualcosa di più dal Lingotto (il consenso indicava un risultato netto positivo per 370 milioni di euro) e al mercato:il titolo è sceso del 4,4 % a 4 euro.
A preoccupare gli investitori è soprattutto la frenata dei consumi e, di conseguenza, la continua mancanza di visibilità sulle condizioni di mercato in Europa. Nonostante tutto il gruppo torinese ha confermato i propri target per l'anno in corso:ricavi superiori ai 77 miliardi, un utile della gestione ordinaria fra 3,8 e 4,5 miliardi, un utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi e un indebitamento netto industriale tra 5,5 e 6 miliardi. Ma sul futuro predomina l'incertezza. Gli eventi degli ultimi 12 mesi, come evidenzia la nota, «hanno generato dubbi circa le assunzioni in termini di volumi su cui si basano il mercato complessivo e i piani di sviluppo del gruppo in Europa fino al 2014». Si consideri solo che il mercato italiano, secondo le stime di Unrae, dovrebbe chiudere l'anno con immatricolazioni in calo del 18,9% sul già depresso 2011. Solo a luglio, secondo quanto dichiarato dallo stesso Marchionne nel corso della conference call, il mercato dell'auto dovrebbe scendere del 20%. E il resto d'Europa non va molto meglio.
Insomma uno scenario sconfortante in cui le attività negli Usa prendono sempre più il sopravvento. Non solo a livello di utile. Fiat infatti ha registrato tra aprile e giugno ricavi per 21,5 miliardi di euro (in miglioramento dai 13,1 di un anno prima), ma esclusa Chrysler il giro d'affari si è attestato a 9,2 miliardi, in calo del 7,5% rispetto al secondo trimestre 2011, principalmente a causa del calo dei volumi in Europa dove non si intravede alcuna inversione di rotta.
L'utile della gestione ordinaria è poi stato pari a un miliardo di euro (leggermente meglio delle stime che si attestavano a 965 milioni e a 525 milioni del 2011), ma anche in questo caso, esclusa la casa di Detroit, il risultato, pur positivo, è in deciso calo: 144 milioni dai 375 registrati nello stesso periodo del 2011, sempre a causa della riduzione dei volumi nel Vecchio Continente. Nel dettaglio l'Emea, ovvero Europa, Medio Oriente e Africa, ha chiuso il periodo con un risultato di gestione ordinaria in rosso per 138 milioni.