Piero MarchiIntesa Sanpaolo ha da poco ideato un nuovo concetto di filiale, anche per fare rete con le start up. Chiediamo a Maurizio Montagnese, chief innovation officer di Ca de' Sass, quali sono i nuovi servizi offerti ai giovani imprenditori. «Il nostro è un modello completamente nuovo, che rompe il filo con il passato, dove il rapporto banca-cliente era essenzialmente frontale», spiega il banchiere di Intesa. «Abbiamo recuperato fino al 40% degli spazi per ospitare nuove attività. È stato creato uno spazio aperto, una piazza dell'economia reale. Inoltre gli ambienti sono stati studiati per le diverse esigenze di prodotto e, di conseguenza, di riservatezza. I giovani che hanno in mente un progetto interessante troveranno un nostro specialista in innovazione che sarà in grado di fornire tutte le risposte alle loro necessità».Che tipo di risposta sta dando la clientela? E quali sono le sue esigenze? «I primi riscontri sono molto positivi. La nuova filiale è stata disegnata per venire incontro alle esigenze di famiglie, imprese, professionisti e start up. I clienti potranno partecipare a eventi e iniziative anche di carattere culturale e legate al terzo settore».Qual è il punto di forza delle neo imprese italiane. E il loro grande limite? «Le startup italiane si distinguono a mio avviso per due caratteristiche essenziali. Da una parte, l'eccellenza della ricerca, spinta da un capitale umano di straordinario valore. Dall'altra, la varietà e alta specializzazione della nostra manifattura: tra i presupposti per il successo di una startup vi è infatti la capacità di modificare radicalmente i processi industriali. Quanto ai limiti, la grande differenza con le realtà d'oltreoceano riguarda soprattutto l'accesso al capitale di rischio: le capacità di investimento dei grandi fondi americani non sono paragonabili». Come funziona l'acceleratore ideato da Intesa per i nuovi imprenditori e come si raccorda con eventi come la Startup initiative?«Dal 2008 a oggi abbiamo raggiunto risultati importanti, selezionando e formando oltre 600 startup, mettendole in contatto con una platea di oltre 7mila investitori. Le nostre startup hanno raccolto finanziamenti per oltre 63 milioni di euro. Da giugno è poi attiva la piattaforma Tech-Marketplace, che facilita l'incontro tra domanda e offerta di innovazione. Quali sono le startup che la hanno maggiormente colpita per idea di business?«In questi anni abbiamo selezionato il meglio dell'innovazione nei diversi settori industriali: dal biotech alle nanotecnologie, dalla moda all'automotive. Basti pensare a Mosaicoon, startup siciliana che pochi mesi fa era in Silicon Valley con altre realtà innovative europee. Wise, premiata dalla Bocconi come migliore startup italiana. Per non dire di Sellf, che Apple ha giudicato l'app più innovativa per iPad. Hanno tutte partecipato al nostro percorso di accelerazione. Gli esempi sono moltissimi». Le nuove filiali di Intesa ospiteranno altre iniziative per coinvolgere maggiormente i risparmiatori?«Un altro progetto cui stiamo lavorando insieme ai colleghi della Banca dei Territori riguarda la dematerializzazione dei contratti: è stato avviato su tutta la rete con l'obiettivo di eliminare completamente la firma olografa e l'uso della carta in filiale».Perché avete scelto il grattacielo di Torino come cuore della vostra innovazione?«Il nuovo Centro direzionale progettato da Renzo Piano era la sede ideale, con la sue soluzioni architettoniche d'avanguardia, l'impronta totalmente green. Ha un forte valore simbolico per tutto il nostro gruppo». Perché l'Italia non riesce far nascere progetti paragonabili a quelli che hanno poi generato giganti come Google o Facebook?«È solo un problema di scala. Le capacità creative e la passione imprenditoriale non ci sono mai mancate.
Senza andare troppo indietro nel tempo, il pc e il telefono sono stati inventati in Italia. Se recuperiamo la nostra capacità di fare squadra, creando le condizioni per creare un ecosistema dell'innovazione, recupereremo il nostro ruolo di innovatori nello scenario internazionale».«Le filiali di Intesa sono per l'Italia che vuole crescere»
Il manager: «Rivoluzionato il rapporto con il cliente e c'è l'incubatore per le start up»
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