Fincantieri recupera in Borsa i valori dell'Ipo ma qualcuno oltralpe gioca ancora a far saltare l'accordo sui cantieri francesi di Saint Nazaire dopo le elezioni presidenziali. Mentre Piazza Affari ha chiuso in forte ribasso (-1,67%) ieri il titolo del gruppo guidato da Giuseppe Bono ha guadagnato il 2,3% attestandosi a 78 centesimi. Ovvero il prezzo del collocamento in Borsa del luglio del 2004.
A mettere il vento in poppa alle azioni è stata la notizia della firma con Viking Ocean Cruises di un memorandum di intesa per la costruzione di due navi da crociera con l'opzione di altre due. Il valore della commessa stimato dagli analisti è di 300 milioni per nave.
Il portafoglio ordini, dunque, si riempie. Non solo grazie alle crociere. La Francia ha infatti richiesto la costruzione di 3 LSS (Logistic Support Ship) in cooperazione con l'Italia e le navi saranno costruite a Saint Nazaire nei cantieri navali di Stx France. Lo scorso 12 aprile Fincantieri ha firmato un accordo di massima con Parigi per comprare i cantieri di Stx: il gruppo controllato al 71,6% da Cassa Depositi e Prestiti verserà meno di cento milioni per avere una quota del 48% mentre il 6% circa è destinato a Fondazione CR Trieste. Ora si attende il verdetto finale del Tribunale fallimentare di Seul che si occupa della vendita del 66,6% della Stx France da parte del gruppo coreano Stx offshore & shipbuilding e deve quindi mettere l'ultimo timbro all'operazione. Il sigillo fra Italia e Francia su Stx verrà quindi messo dal successore di Hollande all'Eliseo e dal nuovo esecutivo. Nel frattempo, le barricate francesi non si sono ancora del tutto abbassate: dopo le minacce di nazionalizzazione temporanea di Stx riportate da Le Monde, il sito Mer et Marine ieri ha rilanciato il pressing dei clienti armatori di Stx con il loro «piano B». Royal Caribbean e Msc avrebbero ribadito al governo di Parigi la disponibilità ad entrare nel capitale di Stx con circa il 20% ciascuno e lasciare il 10% per i dipendenti.
Oggi Fincantieri presenterà il suo piano al Comitato d'Impresa francese, che deve dare il suo parere, non vincolante, ma con valore simbolico.
Con un occhio alle future mosse di Dcns, (controllata al 66% dal governo francese e partecipata dalla multinazionale Thales) che gestisce i cantieri pubblici militari e che i transalpini vogliono usare come «fermaporta» all'avanzata tricolore nel capitale di Stx lasciandole una quota del 12 per cento.CC
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