Economia

L'Fmi gela l'Italia: crescita in stallo nel 2019

Il Fondo Monetario Internazionale taglia al ribasso le stime di crescita dell'Italia: crescita zero nel 2019, dello 0,5% nel 2020

L'Fmi gela l'Italia: crescita in stallo nel 2019

Italia ferma al palo. Non arrivano buone notizie dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che taglia al ribasso le stime di crescita italiane. Le economie di molti Paesi sono in affanno ma il caso italiano è a da analizzare sulla base dei valori relativi al 2018, già di per sé piuttosto bassi.

Secondo quanto riportato dalle ultime analisi del World Economic Outlook, cioè il rapporto che fa il punto sullo stato di salute dell'economia globale, l'andamento del pil dell'Italia in vista del 2019 non si muoverà di una virgola. La previsione è infatti una misera "crescita" del + 0,0%, con un taglio di 0,1 punti percentuali rispetto a quanto precedentemente stabilito a luglio.

La situazione è ancora peggiore se prendiamo in considerazione il 2020. Già, perché per l'anno prossimo il taglio della stima raggiunge addirittura 0,3 punti, con il Pil nostrano che non dovrebbe salire più dello 0,5%.

Stime al ribasso e dati preoccupanti

Il Fmi spiega la revisione delle stime con cause quali il ridotto stimolo fiscale, un non ottimale andamento dei consumi privati e, più in generale, uno scenario internazionale più debole.

Preoccupante anche la situazione riguardante i conti pubblici dell'Italia, con un deficit stimato per l'anno in corso pari al 2% del pil, per poi passare al 2,5% nel 2020 e al 2,6% nel 2021.

In aumento anche la crescita del rapporto debito su pil: nel 2018 tale valore dovrebbe attestarsi al 132,2%, cioè come nel 2018, ma salirà fino al 133,7% nel 2020 e al 134% nel 2021.

Infine la piaga della disoccupazione. Nel 2019 e nel 2020 il tasso di disoccupazione resterà stabilmente al di sopra del 10%: 10,3% nel 2019 così come nel 2020.

Paesi con un debito pubblico elevato, conclude il Fimi riferendosi anche all'Italia, dovrebbero attuare un “percorso di riduzione del debito nel medio termine”.

In attesa della Manovra, queste non sono affatto buone notizie per l’esecutivo.

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