Antonella Mansi, presidente dell'Ente che detiene la maggioranza della banca con il 33% del capitale, ed è quindi decisivo nell'assemblea del 27 dicembre, vuole un po' di tempo. Mentre il presidente della banca, Alessandro Profumo, vuole procedere subito all'inizio del 2014. Ebbene, ieri la Fondazione ha fatto sapere che voterà a favore dell'aumento di capitale, ma chiederà che l'assemblea nello stesso tempo voti a favore della sua nuova proposta di spostarne l'esecuzione nel secondo trimestre del 2014. Viceversa, «se venisse tenuta ferma la proposta di eseguire l'aumento nel primo trimestre del 2014, il voto sarà contrario». Il che farebbe probabilmente saltare l'operazione, rendendo reale il rischio di un commissariamento della banca.
La Deputazione amministratrice della Fondazione, riunitasi il 4 dicembre, ha deliberato all'unanimità di esercitare il diritto di «integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea e di presentazione di nuove proposte di delibera». Così Mansi ha ieri presentato alla banca la relativa richiesta, accompagnata dall'apposita relazione dell'azionista proponente, così come stabilito dalla legge. La proposta «è quindi volta esclusivamente a modificare la tempistica di esecuzione dell'aumento di capitale», che la banca auspica concludere entro il primo trimestre del 2014 e «che invece, a giudizio della Fondazione, dovrebbe essere posticipata di pochi mesi, ossia non prima del 12 maggio 2014». Farlo prima sarebbe rischioso: «L'attuale e contingente situazione finanziaria dell'Ente, e la sua conseguente incapacità di esercitare, in tutto o in parte, i diritti di opzione, non potrebbero che rendere più complessa e rischiosa l'intera operazione».
A questo si aggiungono i problemi di mercato: il valore di Mps a Piazza Affari, (ieri in Borsa -3%) è ormai sui 16 cent.
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