La Gallup smonta il nuovo miracolo Usa

La Gallup smonta il nuovo miracolo Usa

Da quasi 80 anni, sono tra i più bravi a fiutare gli umori dell'America, gli infallibili che ti dicono prima degli altri chi si siederà sulla poltrona dello Studio Ovale. Sono gli esperti dell'istituto di ricerca Gallup, che tra un sondaggio e l'altro si permettono anche il lusso, ogni tanto, di entrare a gamba tesa sulla Casa Bianca. E non senza un tempismo perfetto. Un esempio? Ieri il dipartimento al Lavoro ha reso noto che in gennaio negli Stati Uniti sono stati creati 257mila nuovi posti di lavoro, un dato che ha superato le aspettative degli analisti (234mila). Inoltre, la revisione al rialzo degli occupati di dicembre e novembre ha portato a un totale di altri 243mila addetti in più. Quanto al tasso di disoccupazione, è salito dal 5,6 al 5,7%. Una contraddizione solo apparente rispetto ai new jobs : la percentuale di senza lavoro è infatti salita a causa del maggior numero di persone in cerca di un impiego. Paradossalmente, l'aumento dei disoccupati è quindi positivo: significa che più americani, sperando di essere assunti, sono a caccia di un posto. C'è insomma quanto basta per far dire a Barack Obama che «negli Stati Uniti sono stati creati più di 200mila posti di lavoro al mese per undici mesi di fila, cosa che succede per la prima volta in vent'anni».

Ma è vera gloria, è realmente il segno che la pagina drammatica aperta dalla crisi dei mutui subprime è stata cancellata? La cautela con cui la Federal Reserve sta maneggiando un materiale potenzialmente esplosivo come il primo rialzo dei tassi post-recessione, offre già una prima risposta: le cose non sono ancora del tutto a posto. Infatti. Dalle pagine del suo blog, il numero uno di Gallup, Jim Clifton, distilla parole al curaro per commentare il miracolo occupazionale a stelle e strisce: un bluff, «una grande bugia» raccontata dalla Casa Bianca, da Wall Street e dai media. Tutti corresponsabili nel raccontare la favola di un Paese di nuovo cullato dalla ninna-ninna dell' american dream . Ma sotto al tappeto dell'apparente ritrovato benessere, dice Clifton, c'è la polvere: «Il numero di posti di lavoro a tempo pieno sulla percentuale totale della popolazione è infatti il più basso che ci sia mai stato», ha affermato il responsabile dell'istituto di ricerca. Non solo: gli impiegati part-time che vogliono lavorare a tempo pieno non vengono conteggiati, così come gli scoraggiati, ovvero gli americani che hanno smesso di cercare un lavoro dopo quattro settimane.

Così la partita doppia tra posti persi durante la recessione - 13 milioni - e quelli finora recuperati - solo 3 milioni - mostra ancora un deficit occupazionale pesante come un macigno. E che non sarà facile da rimuovere.

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