Generali, via al cantiere per il nuovo board

Oggi l'assise, ma Caltagirone non partecipa. Occhi sul piano di Donnet

Generali, via al cantiere per il nuovo board

Inizia con il botto il countdown per le elezioni del nuovo vertice di Generali (+0,59% in Borsa) in calendario in primavera. Con l'assemblea degli azionisti di oggi chiamata ad approvare il bilancio 2020, per il Leone si aprono infatti ufficialmente i cantieri per il rinnovo del board. Il cda guidato di Philippe Donnet ha assistito tuttavia a uno strappo: il vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone, cui fa capo il 5,6%, non parteciperà all'assise, che causa, Covid si svolge senza soci in presenza e tramite un unico rappresentante designato.

L'interpretazione della mossa, anticipata da La Repubblica e ufficializzata ieri con la scadenza dei termini previsti per il deposito delle azioni, non è univoca. E il cda potrebbe discuterne già oggi. Da tempo, si vocifera di una certa insofferenza da parte di alcuni grandi azionisti del Leone come appunto Caltagirone e Leonardo Del Vecchio (che posside il 4,8% del capitale). Imprenditori che, oltre alla presa in Generali, hanno fatto ingresso anche in Mediobanca (che di Generali ha il 12,97%) rispettivamente con l'1% per Caltagirone e il 13,2% del patron di Luxottica che si è assicurato il via libera della Bce a salire fino al 20% del capitale. Nel mirino dei grandi soci sarebbero finite alcune operazioni completate da Generali, come l'investimento di 300 milioni in Cattolica per rilevarne il 24,4%, la decisione di trattare in esclusiva per l'acquisto degli asset Danni di Axa in Malesia, la strategia di crescita forse troppo oculata (la società ha ancora a disposizione 2,3 miliardi per lo shopping del piano al 2021) e, soprattutto, una gestione del colosso assicurativo che si ritiene sia meno condivisa di quanto auspicato. Tanto più che per le prossime elezioni, sarà lo stesso cda uscente (e non gli azionisti) a presentare una propria lista di candidati.

Nessun rilievo invece per quanto riguarda i risultati finanziari. Generali ha chiuso il 2020 con una raccolta premi di 70,7 miliardi, un utile operativo di 5,2 miliardi, un utile netto di 1,44 miliardi e un Solvency Ratio al 224 per cento. Non solo dall'arrivo di Philippe Donnet alla guida del gruppo, era il 2016, Generali ha distribuito ai soci 4,78 miliardi di euro in dividendi. E altri 2,315 miliardi saranno distribuiti sull'esercizio 2020 (1,47 euro per azione).

Ieri, intanto, Generali ha confermato il proprio impegno sul territorio, firmando una lettera di intenti con la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, l'Università degli Studi di Trieste, l'Università degli Studi di Udine, il The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics e il MIB Trieste School of Management per dare vita al Data Science & Artificial

Intelligence Institute. «Data science e intelligenza artificiale rappresentano un'opportunità per ottimizzare l'efficienza, l'operatività e la vicinanza con i clienti», ha detto il presidente del Leone, Gabriele Galateri di Genola.

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