
Per fortuna ci avevano detto che il futuro sarebbe stato un mondo senza confini, bandiere, divisioni politiche e nazionali. Infatti
Non abbiamo ancora finito di scandalizzarci per la sindaca di Merano che rifiuta il tricolore ed ecco il maratoneta russo umiliato per aver sventolato il proprio: quello bianco, blu e rosso.
Insomma, è successo che Ivan Zaborsky abbia vinto l'ultramaratona «6 Jours de France» correndo in sei giorni 1047,5 km e stabilendo il nuovo record mondiale della disciplina. Un'impresa sbalorditiva. Però l'International Ultramarathon Association - con buona pace del barone de Coubertin, dei valori dello sport e dell'Occidente libero - gli ha negato record e vittoria perché sul traguardo ha sventolato la bandiera del suo Paese. In effetti, essendo russo, ha sventolato la bandiera russa; cosa doveva fare? Sventolare quella ucraina?
Siamo perplessi. E non ripeteremo l'ovvio: che la bandiera rappresenta un Paese, non il suo governo.
Lo scrittore censurato dalla prestigiosa università perché avrebbe dovuto parlare di Dostoevskij, un russo Il direttore d'orchestra improvvisamente sgradito al celebre teatro, perché russo. Gli atleti privati della gloria e degli onori, in quanto russi
Persino i nazisti premiarono le vittorie degli atleti di colore alle Olimpiadi di Berlino.
L'Occidente vincerà pure la guerra. Ma intanto abbiamo perso la testa e il cuore. I territori si riconquistano. L'umanità no.
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