
Fango e misteri. Piste alternative che si incrociano fra sangue, riti satanici e suicidi. Morti anomale che, naturalmente, lambiscono Andrea Sempio, il nuovo indagato che, in mancanza di un movente migliore, avrebbe ucciso Chiara nel nome di un segreto inconfessabile.
Garlasco rivaleggia ormai con le grandi saghe italiane, quelle che nel tempo sono state lette in infiniti modi e ogni volta si riparte da zero, battezzando un incipit indicibile. E poi, va da sé, ci sono o ci sarebbero, i depistaggi. Quelli attribuiti dalla vox populi ai due investigatori che avevano avviato le ricognizioni su Sempio e oggi sono in carcere, per storie di regalie che sulla carta nulla hanno a che vedere con il massacro di Chiara. Del resto anche l'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, ora a sorpresa presidente del Casinò di Campione, è sotto indagine a Brescia, dove, chi ha preso il suo posto e oggi scava su quel delitto, ha spedito le carte che lo riguardano. Naturalmente, dopo aver ripreso il fascicolo su Sempio che lui aveva archiviato nel 2017.
Insomma, sospetti e voci che si rincorrono. Sulla rete si trova una storia che porta assai lontano ma parte dalla pen drive di Chiara: la difesa di Stasi, sempre alla ricerca di una exit strategy, estrae quattro immagini che nessuno osserva con la dovuta attenzione: e invece quelle foto rimandano a una strage di marca nazisatanista avvenuta in Colorado. Siamo negli Usa, ma Garlasco, il placido paesone appoggiato sulle risaie della Lomellina, assomiglia ad un angolo della provincia yankee, dai risvolti inquietanti. Che cosa aveva scoperto Chiara e perché aveva puntato le sue ricerche su quelle immagini devastanti?
I misteri sono come le ciliegie e uno tira l'altro. Ora perfino l'inchiesta ufficiale rischia di trasformarsi in un festival della dietrologia. Certo, se Sempio, e forse pure qualcun altro vicino a lui, decide di punire con furia selvaggia una ragazza di 26 anni, dev'esserci una ragione pesantissima. A Garlasco vengono conteggiati addirittura otto suicidi, avvenuti dal 2008, insomma successivi all'omicidio che il 13 agosto 2007 spezza in due la vita della cittadina.
Muore il medico che aveva in cura Sempio, Corrado Cavallini, muore un meccanico di 88 anni, Giovanni Ferri, ritrovato in un interstizio angusto con i polsi e la gola tagliati ma nessun coltello vicino al corpo, muore un amico di Sempio. Iniezioni letali, impiccagioni, un ventaglio di orrori. Quasi tutti quelli che si sono dati la morte sono giovani e questo rende ancora più insondabile la più insondabile delle scelte. Perché si sono tolti la vita? Che cosa li ha spinti o addirittura costretti a farla finita? La vedova di Ferri non ha dubbi: «Mio marito è stato silenziato». Aveva informazioni scomode e a suo tempo aveva incontrato Chiara Poggi.
Oggi si cerca una qualche connessione con l'attualità, ma interpretazioni e supposizioni si accavallano da sempre, da quando i colori di Garlasco sono listati a lutto. La soluzione più facile porta al santuario della Madonna della Bozzola, a sua volta al centro di uno scandalo e di estorsioni ai danni di due sacerdoti.
Siamo al capitolo dei riti satanici che ancora una volta sfiorerebbero gli amici di Marco, il fratello minore di Chiara che ora viene ascoltato, alla ricerca minuziosa di frammenti da ricomporre. Qualcosa sfugge se perfino Marco Poggi deve chiarire quelle ore e quei giorni drammatici di diciotto anni fa. Siamo in un ginepraio. E del resto è lo stesso avvocato di Sempio, Massimo Lovati, a sostenere pubblicamente l'innocenza di Stasi che contraccambia l'insperato assist puntando il dito contro Sempio. «Ho una mia idea - confida al Giornale Lovati - ma posso solo dire che questa storia è paragonabile a quella di Emanuele Orlandi che, a distanza di decenni, non ha ancora né capo né coda».
Così, di
teorema in teorema si arriva alla conclusione più stupefacente: Stasi non è l'assassino, ma preferisce il carcere al rischio di una vendetta. E Garlasco: scivola giù, in fondo allo stivale, come fosse contrada di mafiosi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.