Un'altra giornata è trascorsa senza che la lista di maggioranza a cui lavora Mediobanca per il board di Generali sia stata chiusa. Confermati sette componenti attuali (il presidente Galateri, i vice Caltagirone e Bollorè, il ceo Greco e i consiglieri Rebecchini, Pellicioli e Scaroni), mancano solo tre nominativi per chiudere il cerchio: tre donne, per assolvere all'obbligo delle «quote rosa». I contatti tra l'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel (nella foto), e i suoi azionisti proseguono da giorni. E ieri circolava un nominativo che avrebbe messo d'accordo tutti: quello di Ornella Barra, ceo di Alliance Healthcare e stimatissima manager.
La scelta di passare a un cda light con soli 11 membri (uno spetta ai fondi rappresentati da Assogestioni che confermeranno Paola Sapienza) ha investito Mediobanca di un compito in più: «rappresentare», o comunque non scontentare - anche quelle minoranze che non gravitano attorno a Piazzetta Cuccia. Ad esempio, la finanza veneta che partecipa tramite Ferak ed Effeti. Ma proprio la «rottura» consumatasi in quest'ultimo veicolo tra Palladio (sul fronte opposto a Mediobanca nella guerra Fonsai) e Fondazione Crt ha bloccato la designazione di un componente che lo rappresentasse. E questo potrebbe essere un problema.
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