Generali approva il bilancio 2014 e si prepara alla svolta con un patrimonio solido e un azionariato sempre più internazionale. L'assemblea degli azionisti di ieri infatti ha chiuso il capitolo legato alla ristrutturazione del Leone di Trieste avviata due anni fa e ha aperto una nuova era concentrata sulla crescita del business, della redditività e dei dividendi per gli azionisti. All'orizzonte poi si preannuncia l'introduzione del voto maggiorato, un'opzione quest'ultima che rafforzerebbe i soci tradizionali a scapito degli azionisti «mordi e fuggi». Il titolo ha chiuso bene in Borsa a +2,3% a 17,48 euro.
Sono queste le principali indicazioni sul futuro della compagnia trapelate dall'appuntamento degli azionisti di Trieste. Un'assemblea rapida (meno di cinque ore per approvare il bilancio, dividendo, nomina in cda di Flavio Cattaneo cooptato al posto di Paolo Scaroni) e di passaggio, visto che sul mercato sale il fermento in vista del piano industriale atteso il 27 maggio. A Trieste comunque è convenuto il 46,29% del capitale, di cui quasi la metà, il 20,97%, in mano agli investitori esteri (solo un anno fa i fondi stranieri rappresentavano il 15,28%, mentre nel 2012 si attestavano al 9,2%). Presenti Mediobanca con il 13,25% del capitale, Del Vecchio con il 3,16%, De Agostini con il 2,43%, Caltagirone con il 2,28% e, soprattutto, due debuttanti di peso, BlackRock con il 2,61% e People's Bank of China con il 2,01%.
L'attenzione di Piazza Affari è tuttavia concentrata su strategia e target che saranno svelati all'investor day. Mario Greco, ad del Leone, ha preferito non sbilanciarsi pur garantendo che, anche per i prossimi anni, sarà utilizzata stessa logica che ha guidato la ristrutturazione del gruppo chiusa ieri. «Vogliamo applicare gli stessi principi: essere molto disciplinati, molto focalizzati e fare cose semplici» ha dichiarato in merito il manager che, dopo aver dopo aver sottolineato il raggiungimento degli obiettivi prefissati con un anno di anticipo rispetto al piano precedente, ha aggiunto: «Siamo contenti di aver spostato l'enfasi dagli aspetti finanziari a quelli del business, in tutti i mercati ci sono occasioni da cogliere».
Il nuovo piano industriale sarà quindi concentrato sulla crescita del business e della redditività, grazie alla leva del brand e dell'offerta di prodotti innovativi, con un focus sull'Europa che, ad oggi, continua a rappresentare gran parte del giro d'affari del gruppo, e un'attenzione particolare alla Cina dove sono previsti investimenti. Nel prossimo triennio non sembra invece esserci spazio per operazioni straordinarie. «Non vendiamo nulla e non compriamo nulla» ha chiarito in merito il manager. Una simile strategia sarà infine in grado, secondo quanto attestato dal vertice del gruppo, di far lievitare il dividendo anno dopo anno e in modo sostenibile. Nessuna preoccupazione infine riguardo al passaggio alla normativa Solvency II che sarà gestito con «tranquillità e adeguatezza».
A livello di governance, sarà poi affrontato il tema del voto maggiorato sollevato in questi ultimi giorni da più fronti, compreso Francesco Gaetano Caltagirone (vicepresidente del Leone), Lorenzo Pellicioli (consigliere del gruppo e ad di De Agostini) e persino Larry Fink, presidente di Blackrock che ha chiesto al management del Leone di contrastare gli investitori con una visione di breve termine.
Una simile decisione avrebbe ovviamente ripercussioni sugli equilibri interni della compagnia in un momento particolarmente delicato, in cui Mediobanca si appresta a liberare il 3 per cento circa del capitale e i fondi esteri stanno avanzando a passi rapidi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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