Camilla ContiL'addio di Mario Greco, in partenza per Zurich, ha azzoppato il Leone in Borsa: il titolo delle Generali ha chiuso la seduta di ieri a 13,9 euro con un altro -1,34%. A poco è servita la conferenza telefonica con gli analisti avuta da Greco nel pomeriggio per spiegare che la decisione di abbandonare la compagnia non ha nulla a che vedere con gli obiettivi finanziari della società e che «l'indisponibilità a un altro mandato non è dipesa da nessun specifico contrasto con gli azionisti». Anche l'ad di Mediobanca (primo socio delle Generali con il 13%), Alberto Nagel, ha sottolineato che «non c'è stata nessuna rottura» confermando di aver «puntato fino in fondo al suo rinnovo». Sempre ieri nella sede di Piazzetta Cuccia si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato anche Lorenzo Pellicioli, che nel cda del Leone rappresenta l'azionista De Agostini, e il presidente di Generali Gabriele Galateri.Il manager napoletano prenderà le redini di Zurich dal 1 maggio ma il mercato chiede di trovare al più presto il suo successore. Un cda potrebbe tenersi già domani e l'obiettivo è presentare il piano di successione settimana prossima. Intanto, fra gli addetti ai lavori si scommette già su una rosa di candidati: dall'attuale capo di Generali Italia, Philippe Donnet (ma la sua vicinanza al patron di Vivendi, Vincent Bollorè, verrebbe vista da qualcuno come una controindicazione alla luce dei possibili riflessi sulla partita Telecom), il direttore finanziario Alberto Minali, il ceo di Generali Deutschland Giovanni Liverani o l'ad del gruppo Espresso (in passato al timone di Generali Spagna) Monica Mondardini. Tutti profili che potrebbero corrispondere all'identikit di un amministratore delegato forte, dal punto di vista operativo, come lo era Greco, affiancato da un presidente più di rappresentanza e di relazioni come è stato finora Galateri. A preoccupare quest'ultimo sarebbe piuttosto la scelta alternativa di optare per un ad debole da controbilanciare con una presidenza più di sostanza. In tal caso i nomi che spuntano dai salotti della finanza milanese sono già due, con un occhio ai limiti di età imposti dallo statuto delle Generali al top management, ovvero 65 anni per l'ad e 70 per il presidente al momento della nomina. Paolo Scaroni potrebbe rientrare per pochi mesi fra i papabili successori di Galateri, essendo nato il 28 novembre del 1946. L'ex capo dell'Eni è stato per 7 anni presidente del comitato remunerazione, membro del comitato nomine e consigliere di amministrazione del Leone (dove lavora il figlio Bruno come ad della controllata Europ Assistance) fino al 2 ottobre del 2014. Si è poi dimesso giocando d'anticipo rispetto all'assemblea che avrebbe dovuto decidere sul suo reintegro nel cda dopo la condanna in primo grado per l'inquinamento della centrale di Porto Tolle, quando guidava l'Enel.
Ora però il manager sta risolvendo i suoi guai giudiziari: nell'autunno scorso è stato infatti prosciolto dalle accuse su presunte tangenti pagate in Algeria da parte di Saipem. L'altro nome è quello di Enrico Tommaso Cucchiani, ex ad di Intesa Sanpaolo ed ex presidente di Allianz, che il 20 febbraio compirà 66 anni. Quindi non può correre per il posto di ad ma per quello di presidente sì.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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