Massimo Restelli
Mentre le Borse mondiali mantengono gli occhi puntati sull'occupazione americana (il report di agosto sarà diffuso venerdì 2 settembre) per decriptare i tempi dell'ormai certo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, la Germania pone una pietra tombale sulle trattative per arrivare al maxi-accordo di libero scambio che avrebbe dovuto avvicinare definitivamente Europa e Stati Uniti. Si tratta del trattato «Ttip», acronimo di «Transatlantic trade & investment partenship». I negoziati sono ormai «di fatto falliti perché noi europei non possiamo accettare supinamente le richieste americane», ha scandito ieri il braccio destro della cancelliera Angela Merkel e ministro dell'Economia tedesco, Sigmar Gabriel. Va detto che le trattative si trascinano dal 2013 e sono sul punto del collasso da tempo, complice anche lo choc conseguente alla Brexit. Ma quello che fino a ieri appariva una forte probabilità, visto che anche la Francia non ha mai fatto mistero di essere perplessa verso un accordo che viene letto come un atto unilaterale della Casa Bianca, ora sembra una certezza. A questo punto «non ci sarà più alcun passo avanti», ha aggiunto Gabriel alla tv pubblica Zdf.
A parte il fatto che non dovrebbe essere Berlino ma Bruxelles a dare voce all'Europa, il quasi certo naufragio del «Tiip» rappresenta un ulteriore pensiero per Piazza Affari già alle prese, insieme agli altri listini europei, con la debole crescita economica del Vecchio Continente e con le decisioni della Fed: stando al consensus raccolto da Bloomberg, l'occupazione Usa dovrebbe frenare il suo recupero (+180mila posti il dato atteso su agosto) corroborando la tesi di quanti fissano a dicembre la stretta di Janet Yellen, che venerdì scorso a Jackson Hole ha giudicato «rafforzate» le ipotesi di rialzo del costo del denaro. Non è escluso, quindi, che in seno alla Fed vincano i falchi che vogliono anticipare la mossa a settembre. Resta poi il fatto che il «Ttip», almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere l'innesco alla fase due della globalizzazione dell'economia mondiale dopo la nascita nel 1999 del Wto. In ogni caso se ne riparlerà quando alla Casa Bianca, dal 20 gennaio 2017, siederà un nuovo presidente.
Insistere ora con «un'anatra zoppa» come Barack Obama non avrebbe alcun senso. E lo stesso per Francia e Germania, entrambi i Paesi europei avranno elezioni nel 2017 per cui, prima della fine del prossimo anno, qualsiasi iniziativa sarebbe improduttiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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