La Germania ha il fiato corto: rischio recessione nel 2013

La missione è una sola: evitare la recessione tecnica. Guai a far la stessa fine nel 2013 - anno di elezioni - dei Piigs, di quei Paesi mediterranei bacchettati a più riprese. Angela Merkel è al top dei consensi da quando venne eletta Cancelliera, ma da qui a settembre, mese dell'appuntamento con le urne, la strada è ancora lunga. E tutto può ancora succedere, soprattutto sul fronte economico. Il 2012 ha lasciato anche sul corpo dell'inossidabile Germania i segni della crisi: la produzione industriale è cresciuta in novembre di un misero 0,2%, quando invece le attese erano per un aumento dell'1%. Un andamento piatto, ma negativo su base annua del 2,9%, destinato inevitabilmente ad avere ripercussioni sul Pil. Gli economisti non sembrano infatti aver dubbi: Berlino incasserà nell'ultimo trimestre 2012 una contrazione del prodotto lordo. Se, dunque, anche i primi tre mesi dell'anno in corso avranno una crescita negativa, lo scivolamento in recessione tecnica sarà conclamato.
Il rischio c'è, anche se le stime indicano che la Germania ha la forza sufficiente per rimettersi in carreggiata. Le ultime previsioni della triade Istat, Ifo e Insee parlano di «una moderata ripresa all'orizzonte» per l'intera euro zona nel 2013. Insomma, dopo il calo dello 0,1% nel terzo trimestre del 2012 e la probabile discesa nell'ultimo (-0,4%), il primo quarto dell'anno in corso dovrebbe mostrare una stagnazione, seguita nel periodo aprile-giugno da un'espansione dello 0,2%. Un primo mattone necessario a ricostruire le fondamenta della crescita. Alla sua posa contribuiranno, in base all'«Euro-zone economic outlook», l'accelerazione della domanda mondiale dovuta a un maggior dinamismo dei mercati emergenti e dal recente accordo sul fiscal cliff negli Usa. E anche Standard&Poor's ritiene possibile che l'euro zona esca quest'anno dalla crisi.Si tratta di uno scenario da cui la Germania, tra le regine mondiali dell'export, dovrebbe trarre immediati benefici. Confermati dall'istituto economico tedesco Diw, secondo cui la domanda di prodotti made in Germany tornerà presto ad aumentare consentendo al Pil di svilupparsi dello 0,9% nel 2013; e per il prossimo è possibile un +2%. Al miglioramento contribuirà anche la situazione del mercato del lavoro, che rimarrà buona, spingendo i consumi privati. A questo punto, sarà interessante sentire il parere della Bce, che torna oggi a riunirsi a Francoforte.

L'occasione servirà a Mario Draghi per una riflessione sullo stato di salute economica dell'area alla luce degli ultimi - e sempre più allarmanti - dati sulla disoccupazione, ormai vicina al 12%, e di quelli sui consumi che hanno segnato in novembre un fiacco +0,1%. Una situazione che apparentemente potrebbe alimentare le attese di nuove riduzioni dei tassi, ora allo 0,75%. Un taglio, però, viene escluso dagli esperti. Anche per non sprecare subito le poche munizioni rimaste.

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