Economia

Giallo sulla rete: "Da Ue nessun veto"

Il Mef nega uno stop dell'Antitrust. Starace: "Un mese per valutare offerta su Open Fiber"

Giallo sulla rete: "Da Ue nessun veto"

Non c'è pace per Tim. Ancora non è partito il processo che porterà a FiberCo - ossia l'ingresso del fondo Kkr nella rete secondaria dell'ex-monopolista, quella in rame - che già si paventano ostacoli per AccessCo. Vale a dire la fusione tra la rete in fibra di Tim e quella di Open Fiber, che non piace a tutti. Specie ai concorrenti, come Vodafone (l'ad Nick Read in un'intervista a Politico aveva parlato di ritorno del monopolio) e a chi perderà poltrone prestigiose in Open Fiber. Secondo indiscrezioni il gigante della telefonia mobile inglese si starebbe dando molto da fare a Bruxelles per trovare impedimenti alla rete unica. Il risultato è stata una notizia lanciata dall'agenzia Bloomberg. Nelle indiscrezioni riportate l'Antitrust Ue temerebbe che la combinazione tra la rete fissa di Tim e quella di Open Fiber (controllata al 50% da Cdp e Enel) darebbe vita a un monopolio, invertendo quasi vent'anni di deregolamentazione. Il risultato è stato un capitombolo in Borsa del titolo Tim ieri in apertura di otre il 7% che si è poi ridimensionato chiudendo a - 2,79%.

Eppure il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha prontamente smentito l'indiscrezione, affermando di avere contatti regolari con il commissario alla concorrenza Margrethe Vestager. «Non c'è alcun veto» ha detto il ministro. E l'Antitrust Ue ha specificato di non avere il dossier in mano e di non aver preso nessuna decisione. «L'operazione non è stata ancora notificata - ha specificato l'Ue - e spetta alle società valutare se raggiunge le soglie rilevanti». Secondo chi ha a cuore l'operazione, quando sarà notificata, se ci saranno criticità, l'Ue applicherà eventuali misure correttive, ma senza bocciatura.

Ieri inoltre è arrivata l'offerta di Macquaire, esaminata ieri dal cda di Enel, per il 50% di Open Fiber. L'uscita di Enel dal capitale della società della fibra sarebbe infatti il primo passo per poter realizzare AccessCo, ossia la rete unica con governance condivisa tra Tim e Cdp. Una società indipendente e aperta anche ad altri investitori che garantirebbe la divisione totale tra le attività di Tim quale gestore di tlc e della rete. L'offerta vincolante del fondo australiano ad Enel è pari a circa 2,65 miliardi di euro, al netto dell'indebitamento.

Inoltre ci sono alcune clausole che regolano la stima a seconda siano presenti alcuni condizioni. E tra queste una condizione che aumenta il valore di Open Fiber è proprio la fusione con la rete di Tim. L'ad Francesco Starace ha comunque specificato che per valutare la proposta Enel farà con comodo. Almeno un mese. «Sono offerte che vanno guardate attentamente - ha detto - non c'è niente di urgente gestiremo la cosa con i tempi necessari». Insomma l'ad guarda agli interessi della sua società e non alle richieste del governo che vorrebbe chiudere in fretta la partita sulla rete unica che invece Starace ritiene «non sia la cosa più importante in questo momento».

Intanto l'ad di Tim Luigi Gubitosi ha promesso che nel 2021 «cominceremo a chiudere il digital divide in tutte le regioni arrivando ai tre quarti delle aree bianche entro fine anno».

Commenti