Il governo vara la norma "anti-scalate"

Slitta invece a lunedì la decisione sul Golden Power per Tim-Vivendi

Il governo vara la norma "anti-scalate"

Il decreto fiscale che accompagnerà la Legge di Bilancio è stato approvato ieri dal consiglio dei ministri. Tra le principali misure contenute nel decreto c'è la cosiddetta norma «anti-scorrerie», cioè contro le scalate ostili. «Abbiamo varato regole per mettere in sicurezza gli asset strategici del Paese», ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. È stato, inoltre, specificato che si tratta di una norma generale, che non riguarda quindi il solo caso Vivendi-Tim. La misura è stata comunque ispirata da questa vicenda e dalla scalata, certamente ostile, tentata dalla stessa Vivendi su Mediaset. Attacco che si è poi arenato sulla controffensiva della holding Fininvest e nelle secche della legge Gasparri.

Quanto invece alla norma sul Golden power, legato al controllo di Vivendi su Tim, dovrebbe essere adottato nel cdm di lunedì: i francesi sono il primo socio di Tim con il 24% circa e il loro ad Armaud de Puyfontaine è anche presidente di Tim. Il Golden power, ossia la facoltà del governo di imporre decisioni su asset «strategici», riguarda la rete di Tim anche se il provvedimento che dovrebbe essere preso dovrebbe essere limitato ad alcune attività strategiche dell'ex-monopolista, quelle circoscrivibili alle controllate Telsy e Sparkle.

Intanto l'Agcom starebbe valutando se obbligare Tim a scorporare la rete in una società separata per ragioni di concorrenza. Dopo lo spin-off la rete farebbe società a sè, con una propria governance e una gestione separata, anche se resterebbe controllata da Tim. L'Agcom potrebbe anche esplorare l'ipotesi di imporre alcuni dei propri membri in cda per garantire l'indipendenza della rete. Se l'Autorità andasse avanti con il piano, seguirebbe l'esempio dell'omologa britannica Ofcom, che costrinse Bt a separare la propria unità di rete Openreach. L'accordo è stato ultimato a marzo dopo una battaglia legale di due anni.

«Non è facile da fare e Tim probabilmente si opporrebbe, ma è tecnicamente possibile» ha detto una persona vicina alla questione, aggiungendo che Agcom sta conducendo un'analisi di mercato per stabilire se esistono motivi che per giustificare una tale mossa.

In realtà la rete di Tim è già soggetta a una separazione funzionale dato che è confluita in Open Access, che prevede le stesse condizioni per Telecom e per tutti gli altri concorrenti, sotto la supervisione di un organo di vigilanza nominato dalla stessa Agcom. L'ad di Tim, Amos Genish ha ribadito che la rete è un bene strategico. Lo scorporo societario è difficile anche per il valore dell'asset dai 10 ai 15 miliardi di euro.

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