Il Grande fratello diventa realtà: il fisco può spiare i conti correnti

Ok del Garante al passaggio dei dati dalle banche all’agenzia delle Entrate

Il Grande fratello diventa realtà: il fisco può spiare i conti correnti

Roma - Il «Grande fratello» fiscale ottiene il via libera del Garante della privacy, anche se con mol­te condizioni. L’Autorità per la protezione dei dati ha espresso parere favorevole sullo schema di provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, che stabilisce le modalità con le qua­li gli operatori­finanziari dovran­no trasmettere all’Agenzia, a fini di controllo fiscale, le informa­zioni sui conti correnti ( i saldi ini­zia­le e finale e gli importi di accre­diti e addebiti) e ai rapporti finan­ziari per la cosiddetta «comuni­cazione integrativa annuale».
Il nuovo provvedimento del fi­sco ha tenuto conto delle osser­vazioni che lo stesso Garante aveva fatto alla precedente boz­za. Il nuovo sistema consentirà di realizzare procedure di tra­smissione totalmente automa­tizzate. Gli operatori potranno utilizzare server Ftp per lo scam­bio di file o la posta certificata. Le modifiche più importanti riguar­dano i tempi. I file dovranno esse­re cifr­ati e rimanere nella memo­ria dei computer solo «per il tem­po strettamente necessario allo scambio dei dati».In ogni caso,il periodo di conservazione dei da­ti non potrà superare i 6 anni, al­lo scadere dei quali le informa­zioni saranno automaticamen­te
cancellate.
Ieri intanto la legge di stabilità è arrivata al giro di boa. La com­missione Bilancio, nella notte di mercoledì, ha varato il ddl che ora è all’esame dell’Aula di Mon­tecitorio. Tra le novità, un emendamento stanzia dei fon­di per le zone alluvionate. La co­pertura arriva dai fondi che so­no destinati a incentivare la produttività, cioè gli accordi aziendali e territoriali.L’emen­damento dei relatori è passato con il parere contrario del go­verno. Il no dell’esecutivo chia­ramente non riguarda lo stan­ziamento (
300 milioni, 250 dal­la produttività e 50 milioni dal­le risorse per il ponte di Messi­na) per gli alluvionati, ma la co­pertura.
Il sottosegretario al Tesoro Gianfranco Polillo ha definito «un errore» sottrarre fondi alla
produttività. Il ministro dello Sviluppo ha detto che il fondo da 1,6 miliardi (ora un miliar­do e 350 milioni) potrà aumen­tare nei prossimi anni. E ha ridi­mensionato il taglio votato dal­la Camera. Il fatto è che la tratta­tiva tra aziende e sindacati sul­la produttività è alle battute fi­nali, tra mille difficoltà in parti­colare per le resistenze della Cgil. Se si dovesse arrivare a un accordo al ribasso o a un’inte­sa senza Cgil, il fondo per il 2013 (ora ridotto a 950 milioni) potrebbe prendere altre vie.
Al varo della legge di stabilità mancano almeno un paio di passaggi. L’esame dell’Aula, iniziato ieri che terminerà con il voto di fiducia martedì. Poi il passaggio al Senato,che potreb­be non essere l’ultimo visto che ieri Polillo ha dato come proba­bili modifiche alla Tobin tax, proprio a Palazzo Madama.
La principale modifica intro­dotta nelle ultime ore nella commissione Bilancio dai rela­tori Pier Paolo Baretta e Renato Brunetta riguarda il Fisco: l’in­nalzamento delle detrazioni per i figli sotto i tre anni sino a 1.220 euro e incrementa di ulte­riori 400 euro quelle per i disabi­li.

In difesa della legge ieri si è schierato il ministro dell’Eco­nomia Grilli, che ha preso spun­to dall’appello del presidente della Bce Mario Draghi («Basta nuove tasse, tagliare la spesa»), per assicurare che il governo «non ha l’intenzione di amplia­re la tassazione nel futuro». D’altro canto, ha assicurato, «nel ddl stabilità»non c’è un au­mento delle tasse.

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