L'accordo sul terzo salvataggio della Grecia potrebbe essere già raggiunto oggi, ma la Germania insiste: meglio non avere fretta, in modo da trovare un'intesa la più ampia possibile. Così, mentre l'istituto tedesco Iwh rivela che grazie alla crisi del debito Berlino ha risparmiato 100 miliardi di euro di tassi d'interesse, la Cancelliera Angela Merkel finisce per avallare la linea dura del suo ministro delle Finanze, l'inflessibile falco dell'austerità Wolfgang Schaeuble. Il cui obiettivo dichiarato è ora, naufragato il suo piano che estrometteva di fatto Atene dall'euro attraverso l'introduzione di una moneta parallela per cinque anni, di accordare solo un prestito-ponte, una misura tampone per mettere i greci in condizione di rimborsare, il prossimo 20 agosto, 3,2 miliardi alla Bce. Il resto dell'esborso (circa 83 miliardi) sarebbe subordinato alla piena implementazione delle riforme. In particolare, si punta a un'intesa che includa un bilancio preventivo ambizioso, una strategia di privatizzazioni credibile e una riforma delle pensioni sostenibile. «La completezza piuttosto che la rapidità» devono essere alla base del negoziato, dato appunto il numero di riforme da considerare e la lunghezza del piano di salvataggio che dovrebbe durare tre anni, ha spiegato il portavoce della Merkel, Steffen Seibert.
La posizione cauta di Berlino stride con la volontà di stringere i tempi da parte del governo guidato da Alexis Tsipras e dai creditori. A spingere con decisione sul perdale dell'ottimismo è soprattutto la Commissione europea. Nelle trattative «sono stati raggiunti sorprendenti progressi», ha rivelato una fonte di Bruxelles. Al punto che il via libera al bail out potrebbe arrivare nel giro di 24-36 ore. Rinviare l'accordo non sarebbe «nell'interesse di nessuno», ha aggiunto la fonte con chiaro riferimento ai continui colpi di freno da parte tedesca. La cui rigidità appare piuttosto sorprendente alla luce degli oltre 100 miliardi risparmiati anche grazie alla crisi ellenica. Il motivo è presto detto: l'instabilità nell'eurozona ha provocato un spostamento degli investimenti su asset sicuri. Come il Bund. Col risultato di abbassarne i rendimenti «in maniera spropositata», sostiene l'Iwh, e aver reso la crisi talmente conveniente alla Germania anche se la Grecia dovesse fallire.
Un esito positivo delle trattative scongiurerebbe il default, con riflessi positivi sulle banche elleniche, che potrebbero ricevere 10 miliardi prima del completamento, in ottobre, degli stress test da parte della Bce. La parziale ricapitalizzazione anticipata porterebbe alla rimozione delle misure di controllo dei capitali introdotte a fine giugno. Un ritorno alla normalità reso possibile anche dalla situazione più stabile della Borsa (+2% ieri) e dei titoli bancari.
Ma il vero segnale della svolta dovrebbe arrivare dalla lotta all'evasione.
Entro settembre il fisco avrà completato le migliaia di controlli incrociati tra conti correnti e dichiarazioni dei redditi nel del periodo 2000-2012. Centinaia di migliaia le “anomalie“ riscontrate: come i depositi milionari di chi ha presentato un 740 da appena 60 o 70mila euro all'anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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