La Grecia continua a tenere sotto scacco i mercati. Dopo il tonfo di martedì scorso, le Borse hanno mancato ieri l'appuntamento col rimbalzo. Non è un buon segnale: semmai, la prova che non è sparita la paura di elezioni anticipate, col fondato rischio di una vittoria di Syriza, il partito della sinistra radicale fortemente avverso alle politiche di austerity imposte dalla Troika in cambio degli aiuti finanziari necessari per evitare la bancarotta sovrana.
Per ironia della sorte, l'arrivo ad Atene della squadra di tecnici della triade, incaricata di far luce sul buco in bilancio 2015 (di soli 980 milioni di euro secondo il governo ellenico, pari a due miliardi in base ai calcoli di Bce-Fmi-Ue), è coinciso col riaccendersi dei timori di un default della Grecia. Preoccupazioni ben visibili nell'inversione subita dalla curva dei rendimenti, con i bond a tre anni che sono arrivati a rendere il 9,205%, nuovo massimo storico e al di sopra dell'8,216% che fruttano i bond sovrani a 10 anni. Proprio ieri il Paese mediterraneo si è riaffacciato sul mercato con una delle consuete aste a breve, mettendo in offerta Bond a 3 e 6 mesi per 1 miliardo. In entrambi i casi, i tassi sono risaliti ai massimi da giugno. Tensioni che non sono rimaste circoscritte all'interno dei confini greci, ma hanno invece condizionato sia l'andamento dello spread Btp-Bund, tornato a quota 138 punti, sia l'esito del collocamento di Bot annuali per 5,5 miliardi, il cui rendimento medio è passato dallo 0,335% dell'asta precedente allo 0,418%, il più elevato dallo scorso 11 giugno.
Quanto alle Borse, Atene ha limitato i danni a un -1,24% dopo il collasso (-12,8%) dell'altroieri, mentre Milano ha perso lo 0,9% e solo Francoforte è rimasta poco sopra la parità. La sensazione è che fino al prossimo 17 dicembre, data del primo round in Grecia per le elezioni del presidente della Repubblica, l'incertezza continuerà a dominare i mercati, resi peraltro fragili dalle ripetute flessioni del petrolio. Gli investitori sono stati colti in contropiede dalla decisione del governo di indire anticipatamente nuove elezioni presidenziali, nonostante i consensi di cui gode in Parlamento il premier, Antonis Samaras (154 contro i 200 richiesti nei primi due turni di voto, 180 nel terzo), non siano al momento sufficienti per garantire la nomina del successore di Karolos Papoulias.
Se il primo ministro riuscirà a spuntarla, è verosimile un'immediata schiarita sui mercati. Che tornerebbero a concentrarsi sul possibile varo, in gennaio, del piano di quantitative esasing da parte della Bce.
In caso di fumata nera, si andrà invece alle elezioni politiche anticipate, uno scenario non solo probabile per Fitch, ma che porterà anche a «un governo meno impegnato a sostenere riforme economiche e fiscali». Nei sondaggi è infatti in testa al momento, con il 30% dei suffragi, il partito Syriza, il cui leader, Alexis Tsipras, intende rinegoziare i termini del salvataggio europeo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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