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Gualtieri non rinnoverà il blocco: quando scattano i licenziamenti

Il ministro si dice convinto di una ripresa nel 2021, anche grazie all'apertura al Fondo Salva Stati. Così tanto che, per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti, dichiara: "Non credo che sarà necessario"

Gualtieri non rinnoverà il blocco: quando scattano i licenziamenti

La ripresa arriverà nel 2021 grazie ai fondi del Mes e non sarà necessario prolungare il blocco dei licenziamenti, ne è estremamente convinto Roberto Gualtieri, intervistato da Sky Tg24 a 'Live in Courmayeur'.

Il ministro dell'Economia e delle finanze ostenta sicurezza sulla bontà del progetto cashback per far ripartire il Paese, a cui dovranno tuttavia associarsi inevitabilmente gli investimenti che seguiranno una volta spalancate le porte al cosiddetto piano salva Stati. Con buona pace dei grillini (i 17 senatori e 52 deputati firmatari di una lettera indirizzata ai "pezzi grossi") che avevano richiamato all'ordine il Movimento, quantomeno sulle scelte relative al Mes, e sulle quali nei vari canali ufficiali tutti si erano espressi in modo decisamente contrario, il rappresentante del Pd si dice certo che la proposta di adesione del nostro Paese non incontrerà ostacoli in Parlamento.

"Sono fiducioso che il passaggio in Parlamento verrà affrontato positivamente", ha detto Gualtieri ai microfoni di Sky Tg24, come riferisce AdnKronos. "Sarebbe incomprensibile che l'Italia esercitasse un veto mentre si batte contro i veti di altri Paese sul Recovery". Il nostro Paese, secondo il ministro, non è in ritardo per quanto riguarda la presentazione di un piano, che sarà "completo ed articolato" all'inizio del 2021. "Sarà un piano voluminoso, con tutti i target e gli obiettivi completi", spiega ancora Gualtieri.

Per quanto riguarda, invece, la possibilità di cancellare i debiti per gli Stati che aderiranno al Recovery Fund, il ministro non ha dubbi: "Sono proposte sbagliate anche perchè non sono previste dai trattati europei". L'Italia sarebbe già preparata, quantomeno a suo dire:"Il governo ha delineato una strategia di riduzione del debito che definisce una curva realistica e sostenibile di riduzione del debito aumentando gli investimenti pubblici", ha puntualizzato Gualtieri. "Anche grazie ai massicci fondi Ue, aumentando così il tasso di crescita potenziale dell'economia. Questo ci può consentire, senza dure manovre di austerità come in passato e che non hanno neanche funzionato, di mettere il nostro debito su un sentiero discendente".

Tutto questo ragionamento porta il ministro del Mef ad essere certo che il 2021 sarà l'anno della ripresa economica, tanto che, quanto al prolungamento del blocco dei licenziamenti, lo stesso Gualtieri ammette:"Non credo che sarà necessario". "Noi stiamo lavorando per evitare una terza ondata", aggiunge ancora. "Abbiamo adottato delle misure per evitare che le festività diventino una occasione di propagazione di contagio, al tempo stesso siamo fiduciosi dei passi avanti sul fronte dei vaccini". Tutti questi elementi portano il ministro a dichiarare di poter "auspicabilmente escludere di dover prolungare ulteriormente delle misure straordinarie", come il già citato blocco dei licenziamenti.

Fa eco alle dichiarazioni del ministro il presidente di Confindustria, anch'egli fiducioso."Lo stop al blocco dei licenziamenti? Ce lo auguriamo tutti perchè vorrebbe dire aver superato la fase più acuta della crisi pandemica facendo ripartire il paese", spiega Carlo Bonomi su Sky Tg24, come riporta ItalPress. "Le stime parlano di un milione di posti di lavoro persi, già oggi ne abbiamo persi mezzo milione, ma speriamo di essere smentiti". Il presidente ci tiene poi a precisare anche che "lo Stato negli ultimi decenni non ha dimostrato di essere un grande industriale perchè dove è entrato in quota di maggioranza non ha portato risultati positivi. Non c’è solo il tema dell’entrare in partecipazione, ma anche i provvedimenti presi che limitano i privati". Bonomi, pertanto, auspica un maggiore coinvolgimento degli industriali che rappresenta, anche se "fino ad oggi il Governo sta seguendo una strada solitaria e che dà dimensione di fragilità della politica. Così facendo, però, non si ascoltano contributi che potrebbero aiutare nel metodo e nelle misure", conclude.

Ma cosa potrà accadere al Paese dopo marzo, quando cioè scadrà la proroga del blocco dei licenziamenti? Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan ha così espresso la propria opinione. "Abbiamo chiesto di bloccare i licenziamenti per dare tempo al Paese di attrezzarsi con una riforma solida degli ammortizzatori sociali e di far partire le politiche attive del lavoro", dichiara il segretario Cisl su Sky Tg24, come riferisce Agi.

"Se iniziamo con un pò di ripresa economica, sbloccando magari i 100 miliardi per le infrastrutture, accompagniamo questo con politiche attive serie e la riforma degli ammortizzatori, potremmo affrontare meglio il periodo che ci aspetta, che sarà complesso per il Paese".

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