I fondi corrono con i flessibili Raccolta a quota 8,6 miliardi

Settembre porta in dote altri 8,6 miliardi di euro di raccolta netta all'industria italiana del risparmio gestito. Merito soprattutto dei fondi comuni aperti, la cui raccolta netta mensile si posiziona poco al di sopra dei 6 miliardi. Bene anche le gestioni di portafoglio con 2,5 miliardi, 1,7 miliardi dei quali appannaggio degli investitori istituzionali e i restanti 782 milioni facenti capo alle gestioni retail.

A fine settembre il patrimonio complessivo dell'industria italiana dell'asset management ha segnato così un nuovo record storico a 1.522 miliardi: le gestioni patrimoniali conservano il primato con 823,5 miliardi (per una quota di mercato pari al 54,1%) mentre i fondi comuni totalizzano 698,5 miliardi (pari al 45,9%).

Osservando più da vicino il segmento dei fondi comuni, anche a settembre i flessibili sono risultati i prodotti più gettonati con 3,2 miliardi di attivo; seguono gli obbligazionari (2,1 miliardi), i bilanciati (856 milioni), e gli azionari (186 milioni). È, invece, tornata in territorio negativo, dopo l'ottimo dato di agosto, la raccolta netta dei monetari (-220 milioni a settembre, e -3,3 miliardi da inizio anno). I fondi obbligazionari confermano la loro leadership di mercato con una quota del 46,5% (pari a 304,7 miliardi di asset); seguono i flessibili con il 21,3% (139,8 miliardi), gli azionari con il 20,9% (137,2 miliardi), i bilanciati con il 6,1% (39,8 miliardi) e quindi i monetari con il 3,9% (25,6 miliardi).

Uno sguardo, infine, alla sfida tra i fondi di diritto italiano e quelli esteri.

Se i primi a settembre sono riusciti a superare i secondi in termini di flussi mensili netti di raccolta (rispettivamente 3,8 e 2,3 miliardi), a livello di asset complessivi i fondi esteri continuano a prevalere nettamente con 455,2 miliardi (e 69,4% di quota di mercato) contro i 200,3 miliardi (30,6%) dei prodotti italiani.