I fondi pensione di due milioni di italiani «non sono a rischio». Ma qualche preoccupazione c'è se l'associazione che li rappresenta ha mobilitato sulla questione la Covip, l'autorità di controllo del settore, Bankitalia e anche in Parlamento si sta lavorando a una soluzione. La vicenda sa tanto di pasticcio da legge fatta male. In sintesi, un po' dei soldi che i lavoratori dipendenti versano per la pensione integrativa non sono salvaguardati dagli effetti della normativa sul bail in, quindi dalla condivisione del rischio in caso di salvataggio della banca. Le somme sono quelle che transitano temporaneamente presso gli istituti di credito prima di essere investite nei fondi pensione veri e propri. Versamenti dei lavoratori attivi che servono a integrare la pensione ordinaria. Se la banca che li ha in deposito fallisce, i conti correnti dei fondi pensione possono essere azzerati per le cifre sopra i 100mila euro, come quelli degli altri correntisti.
«Il problema da un punto di vista sostanziale è marginale rispetto al patrimonio dei fondi perché riguarda solo la liquidità corrente non il patrimonio», spiega Maurizio Agazzi, segretario di Assofondipensione (associazione che rappresenta i fondi negoziali, quindi quelli di categoria gestiti da sindacati e associazioni datoriali) e direttore del fondo Cometa che gestisce la previdenza complementare dei metalmeccanici.
I fondi rappresentati dall'associazione sono 32, i lavoratori interessati due milioni. Il patrimonio gestito da tutti i fondi pensione negoziali è all'incirca 42 miliardi di euro. La somma soggetta a bail in è molto inferiore.
Nei depositi che possono rientrare nel salvataggio ci sono all'incirca 200 milioni di euro. È una parte minima rispetto al patrimonio dei fondi, ma deve comunque essere tutelata e «in assenza di un'esplicita protezione nel testo della normativa sul bail-in, la questione resta aperta», spiega Assofondipensioni.
Anche Assoprevidenza, associazione che riunisce tutti i fondi pensione, anche quelli non negoziali, si è attivata. «Speriamo ci sia una forte spinta di Covip. Siamo convinti che il ministero dell'Economia non mancherà di seguire questa vicenda», auspica il presidente Sergio Corbello.
L'associazione è al lavoro per trovare una «formulazione tecnica» che possa correggere quello che appare a tutti gli effetti un errore involontario.
La soluzione non può che essere una modifica alla legge sul bail in. I fondi speravano arrivasse già con il decreto salva banche, che però è stato blindato nel passaggio al Senato. Possibile che una norma ad hoc sia inserita nel milleproroghe, in corso di scrittura.
A favore di un intervento si è pronunciata anche la Covip, l'Authority di vigilanza sui fondi pensione e la Banca
d'Italia, che sono intervenute nelle sedi competenti per mettere al riparo i 200 milioni delle pensioni dai bail in. Soluzione in arrivo, sempre che non si fermi tutto per un altro voto di fiducia o non cambi il governo.
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