I fondi scappano da Facebook per colpa della crisi reputazionale e del declino dei margini di profitto del social network. Dall'inizio dell'anno sono stati 93 i fondi comuni americani a vendere i titoli del colosso di Mark Zuckerberg chiudendo le loro posizioni. Lo riporta l'agenzia Reuters citando dati di Lipper (Refinitiv) e documenti depositati presso la Sec (la Consob americana).
Complessivamente, i fondi tra cui figurano Fidelity Investments, The Hartford e Putnam Investments hanno ceduto quasi 12 milioni di titoli Facebook. La loro scelta ricalca quella di hedge fund come Jana Partners e Third Point, che in totale hanno venduto quasi 3,7 milioni di titoli nel terzo trimestre. Per spostare i loro investimenti verso aziende come Visa e PepsiCo.
Nel frattempo, gli analisti di Guggenheim hanno avviato la copertura di Facebook con rating «neutrale» e target price a 150 dollari dicendo che «i problemi legati alla privacy, alla regolamentazione, alle attività e alla monetizzazione» continueranno a pesare sul gruppo californiano e sull'umore degli investitori.
Anche gli esperti di Stifel Nicolaus hanno portato la raccomandazione sul titolo a «tenere» da «comprare». La tesi è che il management dell'azienda ha «creato troppi avversari» tra cui ci sono i legislatori, i consumatori e i dipendenti. I problemi regolatori e politici «potrebbero portare nel tempo a restrizioni su come Facebook opera».
Di certo, in questi giorni il titolo Facebook viene scambiato a un valore più in basso
di dove si era portato a marzo sulla scia dello scandalo di Cambridge Analytica, la ormai defunta società londinese di dati accusata di avere «impropriamente condiviso» dati di 87 milioni di utenti senza il loro consenso.
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