La crisi ha spinto i giovani sotto i 35 anni di età ad aprire una partita Iva, soprattutto se si tratta di donne o se abitano al Sud. A denunciare il boom dei «baby autonomi» (+549mila senza distinzioni di età nel 2012) è la Cgia di Mestre, su dati del ministero dell'Economia. L'aumento più sensibile delle iscrizioni è tra i giovani, +211.500 (pari al 38,5% del totale): se le nuove partite Iva nel complesso segnano un +2,2% rispetto al 2011, tra i giovani il balzo è dell'8,1%. Se si guarda all'incremento tra le giovani donne il dato sale al 10,1% (+79.142 aperture corrispondenti al 37,4% del totale under 35).
Tre i comparti - secondo il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - che hanno registrato il maggior numero di nuove partite Iva: il commercio all'ingrosso e al dettaglio (51.721 pari al 24,4% del totale delle nuove partite Iva tra i giovani); le attività professionali (45.654 pari al 21,5% del totale) e le costruzioni (20.298 pari al 9,6% del totale).
Il marcato aumento delle partite Iva tra i giovani spinge Bortolussi a pensare che, malgrado la stretta introdotta dalla riforma Fornero, questi nuovi autonomi lavorino prevalentemente per un unico committente, «visto che il boom di nuove iscrizioni ha interessato in particolar modo gli agenti di commercio presenti nel settore del commercio all'ingrosso, le libere professioni e l'edilizia». Dal punto di vista geografico, lo scorso anno al Sud sono state aperte 80.138 partite Iva tra gli under 35, staccando il Nordovest di quasi 28mila unità (52.338) e il Nordest di quasi 47 mila (33.203). Il Centro ha registrato 45.891 nuove partite Iva. La classifica per regione, è aperta dalla Lombardia (31.456), seguita da Campania (24.
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