Economia

I treni Ansaldo sono ok Smascherata l'Olanda

Il nuovo Catasto attribuirà, ad ogni unità immobiliare, un valore patrimoniale (novità assoluta) e anche una rendita (rappresentativa del reddito retraibile dell'immobile) come è sempre stato e come è tuttora, nonostante si parli e si scriva - a casaccio - di valori adeguati o non adeguati.
Questa dell'anima patrimoniale è la parte più nuova del nuovo Catasto algoritmico, ma anche la più oscura. Il dato di ogni unità immobiliare sul suo valore patrimoniale, a cosa servirà? A cosa servirà, in particolare, nell'ambito della service-tax, tassa (e non imposta) che ha nel collegamento coi servizi ed i loro parametri il suo vero aspetto innovativo? La domanda è legittima anche in relazione al fatto che, quand'anche si volesse istituire in Italia una imposizione di tipo patrimoniale, questa imposizione - per i principii fissati dalla Corte Costituzionale - non potrebbe in ogni caso superare il civile criterio che un bene, nell'ambito di un Paese la cui Costituzione prevede l'esproprio con indennizzo, non può essere inciso oltre il reddito che produce. Ma allora, non basta l'anima reddituale del Catasto? Per questo (considerato, anche, che il primo a parlare di un Catasto patrimoniale fu il ministro Vincenzo Visco, che fece inserire una previsione al proposito - bocciata anche per l'insistenza contraria della Confedilizia - nella Finanziaria 2007), e perché comunque il nuovo Catasto entri in applicazione il più presto possibile abbiamo come Confedilizia proposto che la delega preveda l'inizio dei lavori di impianto del nuovo Catasto a partire dal rilevamento della componente reddituale.
Sappiamo bene che l'alta finanza - anche attraverso i giornali di cui dispone - tifa per la patrimonializzazione delle imposte immobiliari, ma proprio per questo occorre dissipare le perplessità che l'indicato obiettivo solleva. I timori (con i politici spesso condizionati dall'alta burocrazia e dai Comuni, assatanati dalla necessità di fare cassa per salvaguardare, rispettivamente, i propri stipendi e i propri sperperi) non sono davvero infondati.

*Presidente Confedilizia

Una settimana fa, a Pistoia, l'ad di AnsaldoBreda, Maurizio Manfellotto, aveva fatto rilevare un mistero legato alla rescissione del contratto per i treni Fyra in Olanda: la perizia sulla quale si è basata la rinuncia delle ferrovie olandesi non era mai stata resa nota al costruttore, che infatti per entrarne in possesso si era rivolto al giudice (si pronuncerà l'8 ottobre). Ieri il colpo di scena: il report dell'agenzia di consulenza tecnica indipendente Mott MacDonald è stato pubblicato sul quotidiano olandese Telegraaf: e tale documento non rileva infatti particolari anomalie nel treno ad alta velocità che l'11 gennaio, sui binari tra Amsterdam e Bruxelles, si era bloccato a causa della neve. Non tali, almeno, da giustificare una reazione così pesante da parte degli olandesi (e poi delle ferrovie del Belgio), che hanno stracciato un contratto da 400 milioni. Secondo il report, il treno ad alta velocità Fyra V250 rispetta tutte le specifiche concordate; ci sono - riferisce il Telegraaf - diversi piccoli problemi, ma in 17 mesi l'intera flotta può essere portata a buone qualità. Il report riconosce che ci sono problemi con le batterie e individua errori di rifinitura: «Tutti problemi risolvibili».
La vicenda, a questo punto, appare ancora più sospetta: le ferrovie olandesi e belghe hanno infatti rifiutato il treno italiano sulla base di un report che non hanno voluto esibire e che ora appare di tenore molto diverso da quello prospettato. Sembra di trovarsi di fronte a un gigantesco bluff, a danno di AnsaldoBreda. Sull'intera vicenda sono in corso diverse cause legali, sulle quali ora viene gettata una nuova luce.
Lunedì scorso a Pistoia Manfellotto aveva presentato il «nuovo» Fyra, dotato di quegli accorgimenti (a cominciare da robuste carenature antineve) che sarebbero comunque stati oggetto di interventi in garanzia, normali all'entrata in esercizio di un nuovo treno. Manfellotto si era detto disponibile a sedersi a un tavolo con le controparti per trovare un accordo. Ora il report di Mott MacDonald rafforza l'azienda italiana e indebolisce la posizione di olandesi e belgi. Va ricordato che il treno l'11 gennaio era lanciato a 250 all'ora in condizioni climatiche che, da manuale e da contratto, consentivano la velocità a 20; per tre volte entrò in funzione il freno automatico, e per tre volte il macchinista ridiede gas.


Un chiarimento di questa vicenda è utile anche alle strategie della controllante (al 100%) Finmeccanica, che ha AnsaldoBreda nella lista delle possibili cessioni.

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