Impregilo va al test dei conti Riparte la guerra Gavio-Salini

Impregilo va al test dei conti Riparte la guerra Gavio-Salini

Martedì il consiglio di amministrazione su una semestrale che si preannuncia difficile, il giorno successivo il verdetto del Tribunale sul ribaltone che a metà luglio ha consegnato le chiavi di Impregilo a Salini: la settimana che inizia domani segna il riaccendersi della battaglia che oppone Salini alla famiglia Gavio (sostenuta da Mediobanca) per il controllo del principale general contractor italiano. Gli analisti prevedono che Impregilo licenzierà una semestrale con soli 3 milioni di profitti contro i 39 milioni di un anno prima. A provocare lo scivolone sarebbe un inatteso risultato negativo - stimato in circa 20 milioni - accusato tra aprile e giugno. La ragione sarebbe l'approccio molto più prudenziale al comparto delle costruzioni che sta tenendo il nuovo management del gruppo, nominato da Salini.
A fare i conti in tasca a Impregilo è Intermonte che stima un margine operativo lordo del secondo trimestre di 24 milioni, contro i 67 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso, a fronte di un utile prima degli oneri finanziari in calo tra aprile e giugno a 2 milioni, contro i 50 milioni del secondo trimestre 2011. Intermonte mantiene comunque il giudizio «neutrale» su Impregilo, con un prezzo obiettivo di 3,8 euro. Una stima non lontanissima dai massimi di giugno, quando nel pieno della battaglia Gavio-Salini, il titolo passava di mano intorno ai 3,6 euro, contro i 3 euro segnati venerdì in Piazza Affari. Mercoledì è comunque attesa una conference call chiarificatrice con analisti e stampa.
Lo stesso giorno - e questo è il secondo appuntamento clou della settimana - si terrà l'udienza al Tribunale di Milano sul contrattacco sferrato da Gavio per ribaltare l'esito dell'assemblea che ha segnato la vittoria di Salini. Il giudice, Vincenzo Perozziello, è lo stesso che a luglio non ha accolto il ricorso d'urgenza del gruppo piemontese sulle deleghe raccolte dai Salini. Anche il tema è identico: il possibile conflitto di interesse del costruttore romano, con Pietro Salini che è amministratore delegato sia della società di famiglia sia di Impregilo; un punto quest'ultimo sollevato anche da Consob. Difficile, tuttavia, che il destino di Impregilo sia scritto dai giudici. Sia Salini sia Gavio sono a un passo dal possedere il 30% del gruppo, la quota violata la quale scatta l'obbligo di Opa: prospettiva che probabilmente ha portato il fondo Amber a schierarsi con il gruppo romano. Salini e Gavio per assicurarsi la vittoria finale potrebbero infatti essere costretti a passare dal mercato. Non è un mistero che Salini punti a integrare Impregilo, ma con tutta probabilità troverebbe sulla propria strada la minoranza di blocco di Gavio. Il «cantiere» Impregilo è comunque aperto e a breve Salini dovrebbe ridisegnare la governance del general contractor, auto-circoscrivendo i propri poteri di capo azienda.


Secondo passo la verifica delle operazioni con le parti correlate (per cui sembrano attesi sviluppi), quindi la vendita della controllata austotradale brasiliana Ecorodovias, ritenuta non strategica rispetto a un core business che deve tornare alle sole costruzioni.

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