Economia

Imprese calzaturiere e sindacati al governo: "Subito interventi, a rischio produzione e lavoro"

Assocalzaturifici, Filctem, Femca e Uiltec chiedono un incontro urgente: "Le conseguenze del Covid-19 minano la tenuta dell’intero settore. Va estesa a tutto il 2021 la cassa integrazione e servono Misure di fiscalità"

Imprese calzaturiere e sindacati al governo: "Subito interventi, a rischio produzione e lavoro"

È il momento più difficile dal dopoguerra a oggi per il settore calzaturiero italiano e Assocalzaturifici e organizzazioni sindacali Filctem, Femca e Uiltec lanciano un appello a Governo e alla politica perché intervengano “per far sì che un intero settore, eccellenza italiana riconosciuta a livello mondiale, non rischi di saltare, con conseguente perdita di posti di lavoro e know how aziendale. Istituzioni, Governo e ministri devono urgentemente convocare le parti sociali per concordare azioni mirate di sostegno del settore, attraverso un intervento forte e strutturale, per garantire sia i livelli occupazionali che le produzioni”.

“Il settore del Made in Italy, negli ultimi anni, ha incrementato gli investimenti in processi di ricerca, sviluppo, qualità dei materiali e digitalizzazione, per affrontare al meglio la sfida dei mercati internazionali e fronteggiare la competizione nei confronti dei paesi in via di sviluppo, coniugando la tradizione artigiana con le moderne tecnologie - sottolineano in una nota -. Questo importante complesso produttivo, in grado di generare fino allo scorso anno più di 14 miliardi di fatturato, è strutturato su un sistema di oltre 7 mila imprese (produttori di componentistica inclusi), che occupano circa 75 mila addetti. Le conseguenze della pandemia da Covid-19 rappresentano un rischio concreto alla tenuta dell’intero settore”.

La richiesta più urgente per sostenere le imprese e tutelare i redditi dei lavoratori è necessaria è quella di estendere la cassa integrazione per tutto il 2021 perché “le previsioni produttive non sono favorevoli per tutto il prossimo anno e, quand’anche emergesse una parziale ripresa del Pil a fine estate, l’andamento ciclico, tipico del settore, non consentirà un immediato riflesso nelle vendite”.

La chiusura totale delle attività nella prima parte della primavera e le misure di contenimento riprese dal Governo subito dopo l’estate, hanno generato un calo drastico dei consumi, vanificato gli investimenti realizzati e reso non prevedibile lo scenario del 2021. Situazione che colpisce un sistema caratterizzato da una dimensione di impresa di piccole e piccolissime dimensioni, con il 75 % delle aziende al di sotto dei 9 addetti che assorbono quasi il 25% della forza lavoro. “Misure di fiscalità in favore di aziende e lavoratori possono agevolare, tra le parti sociali, anche la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale - sul tema è previsto un incontro a gennaio 29021 - e un’ipotesi concreta può essere rappresentata dalla “riduzione della fiscalità a carico sia dei dipendenti che delle aziende”.

“Le dinamiche della globalizzazione - con l’ingresso di nuove e sempre più aggressive economie dei paesi esteri, con frequenti azioni di dumping e concorrenza sleale - e la crisi economica e finanziaria negli anni successivi al 2008, hanno profondamente condizionato le sorti del comparto, imponendo a tutte le imprese una profonda ridefinizione del modello produttivo, che ha già comportato una forte contrazione occupazionale e dei volumi produttivi.

A questo si aggiunge il fatto che l’annullamento delle principali fiere internazionali ha compromesso l’accesso delle aziende italiane a gran parte dei mercati esteri”.

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