Indagato il figlio della Cancellieri

Piergiorgio Peluso accusato di concorso in bancarotta in relazione al fallimento di Imco, una delle holding dei Ligresti

Indagato il figlio della Cancellieri

Piergiorgio Peluso è indagato dalla procura di Milano. L'accusa è di concorso in bancarotta in relazione al fallimento di Imco, una delle holding dei Ligresti, ai tempi soci di Fonsai. Il figlio dell’ex ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, all’epoca capo di Unicredit Corporate Banking, ha ricevuto un invito a comparire firmato dal pm Luigi Orsi.

L'ipotesi di concorso in bancarotta contestata a Peluso riguarda il capitolo relativo all'area Cerba e rientra nel filone di indagine sul fallimento di Imco e Sinergia, uno di quelli in via di chiusura e per il quale una serie di ex amministratori delle due società lo scorso luglio furono interdetti dall’esercizio delle cariche societarie per due mesi dal gip Roberto Arnaldi. La vicenda ha al centro l’operazione di ristrutturazione della controllante Sinergia che, come si legge in alcuni atti dei indagine, sarebbe avvenuta tramite un trasferimento dei 108,5 milioni di euro di debito bancario sulle "spalle, non robuste, della controllata Imco", nell’interesse degli istituti di credito, in primo luogo Unicredit, e poi GE Capital.

Secondo l’accusa sarebbe stato dissipato "il patrimonio di Imco con una operazione, preparata nei mesi antecedenti e perfezionata il 5 agosto 2010, all’esito della quale Imco assumeva il rilevante debito già in capo alla controllante Sinergia, si indebitava verso i medesimi creditori già della controllante, concedeva garanzie sui propri beni e specialmente l’area Cerba, giustificava il versamento alla controllante con l’acquisto di un cespite (Tenuta Cesarina) privo di valore commerciale".

Il coinvolgimento di Peluso sarebbe emerso da alcune mail scambiate con Salvatore Rubino ex presidente del consiglio di amministrazione di Imco ed ex Direttore Generale di Sinergia spa anche lui tra gli indagati. In queste si parlava dell’operazione finita nel mirino della magistratura.

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