Economia

Come investire con i fondi "dribblando" la recessione

Chi guarda a un anno può spuntare fino al 5%. Le ricette per difendere il patrimonio con pochi rischi

Come investire con i fondi "dribblando" la recessione

Il crollo del Pil accusato dagli Stati Uniti (-32,9%) e dalla Germania (-10,1%), fino alla pandemia del Covid la locomotiva economica di eurolandia, hanno messo in apprensione i mercati mondiali. Benchè fossero attesi numeri in profondo rosso, l'entità del calo è risultata al di sopra delle più nere previsioni. E lo scenario promette di complicarsi ancora con il prossimo autunno. Esiste però il modo di investire in Borsa, cercando di dribblare la recessione. Abbiamo allora disegnato due portafogli, che possono essere composti - meglio se appoggiandosi al proprio consulente finanziario di fiducia - con Etf e fondi comuni: il primo portafoglio, più conservativo, guarda ai prossimi 3-6 mesi e punta a un rendimento dell'1%; il secondo portafoglio, invece, leggermente più espansivo, guarda a un orizzonte di un anno per strappare un rendimento del 5 per cento.

CHI NON VUOLE RISCHIARE Questo primo portafoglio ha come obiettivo principale quello di permettere di andare in vacanza in tranquillità e gettare le premesse per superare il prossimo autunno preservando il valore del capitale, con modeste oscillazioni del portafoglio. Il motore centrale del giardinetto (40% del totale) è costituito dalle obbligazioni societarie euro di media-alta qualità, cioè con rating investment grade. Si tratta infatti di titoli che la Banca centrale europea continuerà ad acquistare nell'ambito del programma di aiuti Pepp. Grazie a questi acquisti, i corporate bond euro hanno già messo a segno un buon recupero dai minimi di marzo, ma hanno margini per un ulteriore recupero entro la fine dell'anno: questo posizionamento dovrebbe quindi rendere il portafoglio molto stabile anche in previsione delle turbolenza di Borsa autunnali. Un altro peso importante in questo portafoglio è il 20% dei governativi euro, anch'essi oggetto di acquisti da parte della Bce: sebbene diano rendimenti vicino allo zero (se non negativi) contribuiscono a stabilizzare il portafoglio. Un altro 5% è in obbligazioni euro high yield (offrono un rendimento interessante e potrebbero beneficiare in modo indiretto delle azioni della Bce) mentre un 10% è in titoli governativi internazionali e un 5% in corporate bond investment grade in dollari: due esposizioni per avere una piccola diversificazione valutaria extra euro. Completano il quadro un 10% in Etf specializzati sull'oro (che potrebbe spingersi anche oltre i 2.000 dollari l'oncia) e un 10% in azioni area euro (una piccola scommessa sulla rivalutazione delle Borse europee sottovalutate rispetto a Wall Street). Questo portafoglio dovrebbe offrire un rendimento positivo fino a un punto percentuale entro fine anno mentre, in uno scenario moderatamente negativo, dovrebbe mantenere il suo valore, contenendo le perdite entro il mezzo punto percentuale.

CHI OSA PER GUADAGNARE

Questo secondo portafoglio è per chi può permettersi almeno 12 mesi di prima di cogliere i frutti dell'investimento. L'investitore dovrà però essere pronto ad affrontare mercati più nervosi in autunno che potrebbero comportare perdite momentanee non indifferenti. In pratica, l'esposizione prevede un 40% nel mercato azionario (equamente suddiviso in area euro, Usa, Cina e mercati emergenti): se, come probabile, l'economia si rimetterà in moto con una certo ritmo dal 2021, le Borse dovrebbero garantire nei prossimi 12 mesi una discreta rivalutazione del capitale e una buona fonte di dividendi. Un 10% è impiegato in titoli Usa legati all'inflazione: questi titoli possono registrare una buona rivalutazione se i prezzi al consumo in America dovessero salire per effetto di un dollaro più debole e degli interventi della Federal Reserve. Un altro elemento che caratterizza questo portafoglio è il 5% in titoli del debito dei Paesi emergenti. È vero che nel breve le previsioni di crescita dei paesi in via di sviluppo non appaiono particolarmente brillanti. Ma se nel 2021 la ripresa prenderà corpo, questi titoli potrebbero rivalutarsi dagli attuali sacrificati valori grazie al fatto che una quota consistente del debito dei paesi emergenti è in dollari americani e quindi gravati da meno interessi con un dollaro più debole. Infine, 5% in obbligazioni Asia: offrono un rendimento in media del 3,5% e sono abbastanza non correlate alla crescita europea e americana.

Questo portafoglio potrebbe produrre fra 12 mesi una rivalutazione del 5% circa mentre, ma in un contesto negativo, potrebbe provocare perdite comprese tra i 4 e i 5 punti percentuali.

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