
Roma - Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, è un metalmeccanico doc. Ha lavorato come operaio all'Ilva di Taranto per più di trent'anni. E non gli piace la patrimoniale. Una tassa «sui ricchi» che finisce per colpire tutti.
L'idea che arriva dalla sinistra Pd di reintrodurre la patrimoniale sulla proprietà immobiliare è poco «di sinistra»?
«Io sono contrario a qualsiasi forma di aumento delle tasse. In Italia la proprietà della casa è diffusa e non solo come abitazione. È un bene al quale i lavoratori affidano il loro futuro, una prospettiva di vita per la pensione».
Una tesi dei pro-patrimoniale è: «Rivediamo la tassazione sulla casa e poi tassiamo i patrimoni». Messa così va bene?
«Mi sembra dicano: detassiamo la casa e tassiamo i patrimoni. Salvo poi scoprire che il patrimonio è la casa stessa».
Vanno rimodulate le tassa in qualche modo?
«Qualsiasi aumento della pressione fiscale in Italia oggi è una scelta sbagliata, che rischia di peggiorare lo stato dell'economia».
Non è giusto colpire più ricchi?
«No, è un film che ho già visto. Si fanno proclami sui grandi capitali e poi, visto il livello di evasione in Italia, si finisce per colpire i più deboli. I patrimoni dei pensionati per fare un esempio. Oppure le aziende. Non sono un capitale anche quelle?».
Quindi l'idea di eliminare la Tasi sulla prima casa di Renzi, così come quella di eliminare l'Imu di Berlusconi, è giusta?
«Non mi interessa chi l'ha proposta prima. Io sono per abbassare le tasse in generale, se si riducono sulla casa va benissimo. Bisogna dare fiducia agli italiani e si può fare anche garantendo i lavoratori che la casa non verrà tassata ulteriormente».
L'idea di una patrimoniale in realtà arriva dalle tute blu. Non da voi, ma dalla Fiom di Maurizio Landini, e poi dalla Cgil, che la sponsorizzano apertamente.
«Sono da respingere al mittente, da qualunque parte giungano, sia la patrimoniale sugli immobili sia l'aumento delle tasse di successione. Si dice che si vuol colpire la ricchezza, ma con la pressione fiscale che sfiora il 45% bisogna innanzitutto chiarire chi sono i ricchi e i poveri, perché alla fine pagano sempre i più deboli. Anche nel sindacato c'è chi, pur di caratterizzarsi, rischia di perdere di vista la realtà. Noi siamo per abbassare le tasse perché serve alla ripresa del Paese. Un grande economista come Luigi Einaudi nel 1946 ipotizzava l'introduzione di una patrimoniale, ma solo se si fosse posto fine all'incremento continuo ed esasperante delle imposte ordinarie sul reddito. Mi pare che da allora le imposte siano cresciute sempre di più».
Dove toglierebbe le tasse?
«Bisogna ripristinare la detassazione della contrattazione di secondo livello, ottenuta dai governi precedenti e poi sospesa. Serve a fare aumentare il reddito dei lavoratori ed è utile alla produttività delle imprese». AnSig