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Ip acquista gli asset italiani di Esso

Comprate le attività di vendita e raffinazione, non i distributori. Giorgetti soddisfatto

Ip acquista gli asset italiani di Esso

Ip (e la famiglia Brachetti Peretti) si rafforza nel mercato della raffinazione con l'acquisizione degli asset della Esso in Italia. L'operazione, allo studio da più di un anno, consolida il gruppo italiano nel settore dei carburanti e della lavorazione del petrolio facendo massa critica in un momento molto delicato per il mercato energetico, in particolare per petrolio e derivati. Prima il Covid e lo stop ai consumi, poi la ripresa e una domanda eccezionale che le raffinerie non riuscivano a sostenere. E poi ancora lo stop al petrolio russo contenuto nel sesto round di sanzioni occidentali che ha rimescolato le carte.

In questo quadro, Ip ha deciso il colpaccio nella convinzione che la transizione energetica passi anche da qui e che, anzi, il gruppo possa ora «affrontare da protagonisti la sfida della sicurezza energetica nel settore della mobilità abilitando i successivi passi verso la sostenibilità», ha commentato il numero uno di Ip Ugo Brachetti Peretti.

D'altra parte, il mercato manda segnali positivi. Secondo i dati Unem, nei primi sette mesi del 2022 i consumi petroliferi italiani hanno raggiunto 33,4 milioni di tonnellate, +8,7% rispetto ai primi sette mesi del 2021, ma ancora inferiori del 4% rispetto allo stesso periodo del 2019. I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono risultati pari a 18,2 milioni di tonnellate, +8,5% sullo stesso periodo del 2021, risultando in calo solo dell'0,5% sul 2019.

Nel dettaglio, l'operazione di acquisto comprende la totalità delle attività di vendita di carburanti di Esso in Italia, il 75% della Raffineria Sarpom di Trecate, la titolarità dei depositi di Genova, Arluno e Chivasso, quella di Engycalor Energia Calore e il 12,5% della società Disma, che gestisce il deposito di carburante a Malpensa. Si tratta, di fatto, di un ulteriore consolidamento del gruppo dopo l'acquisto di TotalErg avvenuto cinque anni fa. Il perimetro non comprende, invece, le 2.200 stazioni di servizio a marchio Esso, che tra il 2012 e il 2018 erano già state cedute a terzi, mantenendo un rapporto di fornitura attraverso contratti di «branded wholesaler», che con questa operazione saranno trasferiti a Ip. L'insegna Esso rimarrà comunque sulle strade italiane.

Grazie al merger, i volumi di produzione del gruppo cresceranno, con una capacità di raffinazione che raddoppia (da circa 5 a quasi 10 milioni di tonnellate/anno). «Siamo soddisfatti di questa acquisizione grazie alla quale entrano a far parte del nostro gruppo persone, professionalità e asset produttivi di grande qualità», ha aggiunto Brachetti Peretti.

L'efficacia dell'operazione, il cui closing è atteso nei prossimi sei mesi, è condizionata all'approvazione dell'Antitrust. Ip è attiva dal 1933 nel settore dei carburanti e della mobilità. Con oltre 1.100 dipendenti e una rete di circa 4.600 punti vendita e una logistica distribuita in tutto il Paese, è il primo operatore privato del settore. Mentre Esso (della Exxon Mobil) esce dal settore in Italia dove resta invece la casa madre Usa con lubrificanti, chimica e partecipazione in Adriatic Lng. «Accolgo con favore - ha commentato in serata con un tweet il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - il rafforzamento di un operatore italiano in mercato in forte evoluzione e in un momento complesso.

Il governo è impegnato e sorveglia con attenzione intero settore anche in ambito europeo».

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