Economia

"L’alba di una nuova era tecnologica": ecco la sfida di Poggipolini

I bulloni ruota in titanio sviluppati dalla Poggipolini Spa si stanno imponendo sul mercato di settore come standard in Ferrari, Lamborghini, Mclaren, Ford, Mercedes AMG e Porsche: ecco la strategia dell'azienda

"L’alba di una nuova era tecnologica": ecco la sfida di Poggipolini

Dal 1950 ad oggi, l'azienda metalmeccanica Poggipolini specializzata nelle lavorazioni di precisione da tre generazioni, dopo aver superato brillantemente l'emergenza Covid-19, è pronta a fare un nuovo salto importante nel business e nella tecnologia per le vetture di alta gamma.

Cosa sta per cambiare

Grazie alla continua collaborazione con le più importanti aziende del settore automotive, stiamo portando i nostri bulloni in titanio ad essere impiegati anche di serie per autovetture premium", afferma Michele Poggipolini, ceo dell’azienda di famiglia e componente nazionale del consiglio generale di Confindustria, oltre che presidente del gruppo dei Giovani imprenditori di Confindustria Emilia, "I bulloni in titanio consentono di ottenere un 50% di riduzione del peso rispetto ai bulloni in acciaio e il nuovo processo produttivo brevettato, High Speed Hot Forging, ci consente di portare questo nostro prodotto anche su auto di serie meno limitate (dalle Hypercar alle Premium car), in quanto, impiegandolo, otteniamo maggiore competitività, consentendoci di creare una nuova e più grande nicchia di mercato". In pratica, il prodotto principale e sviluppato dall'azienda per i propri clienti è il bullone ruota in titanio, diventato non solo un elemento di riduzione peso ma anche di stile ed estetico. Questo traguardo è stato possibile grazie ai continui investimenti dedicati al nuovo processo produttivo oltre a quelli sull'ingegneria dell'azienda stessa. "A breve presenteremo il nuovo reparto di engineering & testing dedicato alla progettazione di sistemi di fissaggio critici e speciali, ovviamente anche per l’industria aeronautica, nostro primo mercato. Siamo difronte all’alba di una nuova era tecnologica”.

Digitalizzazione più forte del Covid

Nonostante la pandemia, l'azienda ha superato il 2020 in attivo con un bilancio in crescita del 7% ed un fatturato di 16 milioni di euro. Gli investimenti realizzati nei 7 anni precedenti in termini di digitalizzazione, hanno consentito ai dipendenti di Poggipolini di proseguire con l’attività produttiva lavorando anche da remoto: dagli uffici acquisti al commerciale e marketing ma soprattutto l’ingegneria e i programmatori. "Il tutto nonostante la pandemia in corso e la crisi nel settore aereo spaziale da cui proviene il 70% del nostro fatturato complessivo. Il restante 20% del fatturato proviene dall’automotive e il 10% dalla Formula1", ha aggiunto l'amministratore delegato. Per il 2021, la previsione è di un'ulteriore crescita di fatturato con previsione sugli investimenti del 25% ed ulteriori investimenti organici previsti nel piano industriale nei prossimi cinque anni per un importo totale pari a 25 milioni di euro.

Uno sguardo al futuro

Il nostro business plan dei prossimi 5 anni – aggiunge Poggipolini - è basato sulla scalabilità del mercato, consolidando la nostra posizione di partner strategico per soluzioni di riduzione peso e fornitura di componenti critici e strutturali per tutti i nostri clienti". Per il 2030, invece, l'azienda ha in cantiere la creazione di un eco sistema, una piattaforma di tecnologie frequentata e partecipata dai partner clienti, fornitori, start up e centri tecnologici in cui fare ricerca industriale applicata in modo permanente e alla ricerca di soluzioni tecnologiche a favore dei clienti.

"Abbiamo quindi deciso di dare una casa e un luogo fisico a questo eco sistema di innovazione collocando questo laboratorio, che chiameremo Speed-Up Lab, di fronte al Manufacturing Center of Excellence, in un’area di oltre 20 mila mq dove svilupperemo e industrializzeremo il settore Fasteners (Aerospace e Automotive), il settore Precision Parts fino ad offrire avanzati motori elettrici per il settore eVTOL e automotive", conclude.

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