Economia

Smart working, impatto choc sulle bollette: ecco quanto costa

Uno dei lati negativi dello Smart working è il maggiore consumo di energie che aumenta in modo considerevole il totale delle bollette. I calcoli di Altroconsumo

Smart working, impatto choc sulle bollette: ecco quanto costa

Fino a 800 euro l’anno in più. Questo, secondo l’associazione per la tutela dei consumatori Altroconsumo, il costo supplementare che ricade sui lavoratori agili. Lo Smart working tende a riorganizzare tutto il quotidiano e non soltanto l’aspetto professionale. Questo si traduce in maggiori consumi energetici, con impianti per rinfrescare o scaldare la casa ed elettrodomestici accesi per più tempo. Va anche detto che, a fronte di maggiori costi energetici, lo Smart working consente di ottenere risparmi in termine di carburanti e usura dei veicoli ma, limitandoci al solo aspetto delle bollette, può rappresentare una spesa ingente.

Smart working e bollette, due esempi

Per capire meglio quanto possano lievitare le bollette energetiche, sono stati esaminati i consumi medi di due famiglie tipo, una senza figli e una con un figlio che frequenta una scuola, stimandone i consumi e ipotizzando che almeno, uno dei due genitori, lavori in Smart working tutta la settimana.

Il presupposto di partenza è quello secondo cui, senza considerare il lavoratore agile, la famiglia senza figli avrebbe un consumo medio di 1.900 kWh l’anno e quella con un figlio di circa 2.700 kWh.

Nel caso della famiglia senza figli, i consumi arriverebbero a 2.333 kWh l’anno aumentando quindi di 433 kWh (il 23%), tanti quanti il consumo di un trimestre. In termini economici si tratta di un aumento di 298 euro l’anno.

Non molto diversa la situazione per il nucleo famigliare composto da 3 persone, i cui consumi salirebbero da 2.700 kWh a 3.173 kWh annui (+19%) con un maggiore esborso di 323 euro, corrispondenti circa ai consumi di un bimestre.

È il gas a pesare di più sulle finanze familiari, il cui consumo – stima Altroconsumo – può ragionevolmente crescere del 15% soprattutto per mantenere in casa una temperatura soddisfacente. In termini di metri cubi, usando come parametro il consumo medio di 1.400 metri cubi annui, si tratta di circa 200 metri cubi in più. A questi vanno ad aggiungersi 18-20 metri cubi l’anno per l’uso della cucina. Tradotto in euro fanno circa 476 in un anno. In questo caso i costi sono pressoché identici per le due famiglie tipo.

I costi

Tra gas e luce si arriva così a spendere almeno 800 euro in più ogni anno, poco più di 65 euro in media al mese. Sul fronte dei risparmi, oltre ai pasti fuori casa e ai costi di trasporto, possono essere annoverati minori costi per chi, lavorando in ufficio, sarebbe costretto a ricorrere a servizi o ad attività accessorie dedicate ai figli nel doposcuola. La comodità maggiore, e questa è difficilmente traducibile in moneta, è il minore tempo impiegato nei tragitti casa-ufficio e viceversa.

Lo Smart working rischia quindi di non essere completamente anti-economico ed è pure vero che, con un consumo più accorto delle energie, si possono comprimere i maggiori costi che ne derivano.

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