Da settimane l'Alitalia ha chiesto l'aiuto dei propri soci per rifinanziarsi, e la formula è stata trovata in un prestito obbligazionario convertibile. È proprio quel denaro, 95 milioni già versati, la nuova leva di manovra messa a disposizione di Gabriele Del Torchio, da ieri amministratore delegato della compagnia: quasi una dote d'ingresso, viste le casse esauste, che al 31 dicembre disponevano di una liquidità di 75 milioni. Il consiglio di amministrazione lo ha cooptato e gli ha conferito tutte le deleghe.
In passato quella alla comunicazione era rimasta in capo al presidente Roberto Colaninno, ma ora non più. Si era sparsa la voce che questa volta dovesse venir attribuita al vicepresidente Salvatore Mancuso, uno dei tre «saggi» (con Colaninno ed Elio Catania) che hanno guidato l'interim e individuato, con l'ausilio di un cacciatore di teste, l'ex numero uno della Ducati per guidare Alitalia; ma non è stato così. Del Torchio, presentato agli azionisti l'altra sera durante un cocktail, ha fama di solido uomo d'industria e i suoi sei anni alla guida della Ducati, oggi di proprietà Audi, gli hanno aggiunto quella del ristrutturatore-risanatore.
Certo, i 95 milioni versati dai soci fin dalla fine di febbraio, non sono un risultato entusiasmante. L'obbiettivo, all'inizio, era a quota 200; poi l'assemblea, forse annusando l'aria, aveva deliberato con la formula «fino a 150 milioni». Tutti i soci principali e alcuni dei più piccoli hanno versato, incentivati dal bonus del 30% all'atto della conversione in capitale. Sebbene l'elenco non sia ufficiale, è dato per scontato che il prestito pro quota è stato erogato da Air France, Benetton, Colaninno, Riva, Intesa Sanpaolo, ma anche, tra i possessori di quote inferiori, Maccagnani e Carbonelli. Quest'ultimo era uno dei pochi che aveva reso esplicite le critiche alle gestione troppo accentratrice di Andrea Ragnetti. Nell'elenco non compare il fondo Equinox di Salvatore Mancuso - che era apparso il più indispettito verso Ragnetti - , e sembra strano che proprio uno dei protagonisti di quest'ultima fase e che tanto si è adoperato per un rinnovamento al vertice, non abbia sottoscritto il bond. Ma si tratterebbe di un fatto tecnico, legato alla natura di Equinox, e si starebbe cercando la soluzione.
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