"Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani costituisce uno spreco che non possiamo permetterci". A lanciare l'allrme è il presidente della Banca centrael europea, Mario Draghi, denunciato l'ex direttore della Banca d'Italia, intervenendo alla giornata in ricordo dell'economista Federico Caffè all'università La Sapienza di Roma.
"La debolezza degli ammortizzatori sociali si accompagna con una protezione relativamente elevata del posto di lavoro, al costo di una protezione più labile del lavoratore e della persona, contrariamente a quanto avviene nei modelli nordici dove la cosiddetta flexsecurity associa un'estesa rete di sicurezza sociali a minori tutele del posto di lavoro", ha dichiarato l'ex direttore della Banca d'Italia, spronando il governo a coniugare di più equità e crescita.
"La recente storia italiana non manca di esempi in questo senso. Crescita ed equità sono strettamente connesse: senza crescita, lo dicono anche gli eventi di questi mesi, prendono forza le tentazioni a rinchiudersi nel proprio particolare, la solidarietà scema. Senza equità, l’economia si frantuma in una moltitudine di gruppi di interesse, il bene comune non riesce a emergere come risultato dell’interazione sociale ed economica, con effetti negativi sulle capacità di crescita", ha spiegato Draghi.
Ma proprio in merito all'equità, per il presidente della Bce l'Italia fa ancora troppo poco: "A fronte di un'incidenza della spesa sociale complessiva sul pil in linea con quella europea, quella di sostegno ai disoccupati e alle famiglie, in particolare quelle a rischio di povertà, si colloca su livelli pari a meno della metà rispetto a quelli europei, mentre la spesa pensionistica è su valori nettamente superiori".
Per ovviare a questa situazione e per puntare alla crescita e all'occupazione, secondo Draghi, "è vitale che le banche si rimettano nella condizione di finanziare l'economia".
A proposito di banche, il presidente della Bce ha affermato che in Italia, ma anche nella grande maggioranza dei paesi dell’euro, "la contrazione dei prestiti registrata in dicembre è stata arrestata, evitando un ben più severo rischio di restrizione creditizia che avrebbe avuto conseguenze sulla crescita e sulla stabilità monetaria ben più gravi di quelle che osserviamo attualmente".
Inoltre, ha spiegato Draghi, "l’indagine campionaria sul credito bancario registra una graduale normalizzazione dei tassi di interesse praticati dalle banche e dei criteri di concessione dei prestiti alle imprese. Il perdurante andamento anemico dei prestiti riflette la debolezza della domanda e il peggioramento del merito di credito a fronte di un ciclo economico sfavorevole".
Infine, un accenno al ruolo della Bce che in nessun caso "né in tempi normali né in tempi di crisi può essere considerata responsabile della
sopravvivenza" di banche prossime all’insolvenza.Alcune decine di giovani manifestanti e studenti hanno contestato Draghi. Il corteo di auto che accompagnava il presidente Bce è stato oggetto di lanci di alcune uova.
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