L'alt di Guzzetti:"Giù le mani da Cdp"

Il patron delle fondazioni, Giuseppe Guzzetti, manda un messaggio al governo sul ruolo della Cassa

L'alt di Guzzetti:"Giù le mani da Cdp"

«Se si vuole un ulteriore sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti coerente con l'obiettivo di non mettere a rischio il risparmio degli italiani noi ci saremo, ma se si supera il limite ci opporremo con tutte le nostre capacità».

Il messaggio lanciato ieri al nuovo governo da Giuseppe Guzzetti può riassumersi così: giù le mani da Cdp. Il patron delle fondazioni ha approfittato del congresso annuale dell'Acri riunito a Parma (l'ultimo, prima della scadenza del suo mandato fissata per la primavera del 2019) per chiarire che il tesoro, azionista, di controllo della Cassa, dovrà sempre prima fare i conti con le fondazioni che possiedono il 16% e da statuto possono anche scegliere il presidente.

Perchè gli enti «hanno collaborato con governi di tutte le maggioranze» e continueranno a farlo, «noi non siamo l'opposizione in Parlamento» ma ha sottolineato Guzzetti - «senza il nostro voto, viste le norme statutarie, certe iniziative» non si possono realizzare. A cominciare dalla tentazione dell'asse pentaleghista di trasformarla in un cavaliere bianco per le situazioni di crisi sotto il cappello di «banca pubblica degli investimenti».

Il presidente dell'Acri, nonchè capo dell'ente più ricco ovvero la Cariplo azionista di Intesa Sanpaolo, sa bene che gli enti locali - molti guidati dai due partiti che ora stanno al governo - hanno bisogno delle erogazioni che arrivano dalle fondazion soprattutto al Nord. A Milano già in passato Guzzetti ha dimostrato di saper dialogare con la Lega, forte anche della presa sul territorio lombardo e di una solida esperienza politica (presidente della Regione per otto anni e senatore della Repubblica per due legislature). Nel 1997 riesce a conquistare la presidenza della Cariplo su indicazione della Provincia di Como al tempo guidata proprio dal leghista Armando Selva e nonostante il veto espresso da Umberto Bossi e c'è stato feeling anche con Roberto Maroni.

Nel porre paletti o alzare barricate, Guzzetti può inoltre contare sul sostegno del presidente della Repubblica che ieri (per la prima volta nella storia dell'Acri) ha partecipato al congresso di Parma elogiando dal palco il ruolo svolto dalle fondazioni «di investitore di lungo termine paziente che ha accompagnato le trasformazioni delle banche, di supporto e integrazione del pubblico negli investimenti sociali e in ultima analisi di stabilità finanziaria per garantire i risparmi degli italiani». Per altro, fu proprio il suo aiuto nel 1989 a sbloccare l'iter parlamentare della legge Amato che l'anno dopo ha istituito le fondazioni bancarie. Guzzetti conosce Mattarella da anni, tanto che il patron dell'Acri ieri si è commosso ricordando il fratello Piersanti assassinato quando entrambi erano presidenti di Regione (Lombardia e Sicilia).

Sul fronte delle nomine al vertice, Massimo Tononi resta il candidato favorito ma gli enti si riuniranno all'inizio della prossima settimana per trovare un'intesa definitiva sul nome del nuovo presidente della Cassa dopo che Claudio Costamagna si è detto indisponibile a un nuovo mandato.

«I nomi che girano non sono stati ancora discussi, serve una riunione collegiale. Ci sono nomi che hanno tutti i requisiti, ce n'è più di uno ma non vi posso dire nulla», ha spiegato ieri l'avvocato comasco ricordando che la lista va presentata entro il 16 giugno.

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