Quarto modello per Lamborghini (un nuovo Suv?); elettrificazione della gamma attuale (Aventador, Huracàn e Urus) e, passo d'obbligo, la prima full electric del Toro. Ecco le possibili carte sul tavolo di Stephan Winkelmann, che tornato al volante di Automobili Lamborghini lo scorso 1 dicembre, mantenendo al contempo la responsabilità di Bugatti, prepara a Sant'Agata Bolognese la sua seconda rivoluzione. Il manager tedesco, grande esperto in hyper e supercar, farà un annuncio nelle prossime settimane allorché presenterà agli azionisti del Gruppo Volkswagen il suo piano d'azione. «Sarà la nostra strategia per i prossimi 10 anni», anticipa Winkelmann al Giornale.
A Stefano Domenicali, suo predecessore, ora capo della Formula 1, Winkelmann (ex Mercedes-Benz e Fiat Group, già presidente di Lamborghini dal 2005 al 2016, quindi il passaggio in Audi Sport e nel 2018 alla guida di Bugatti) aveva lasciato in eredità un'azienda rifondata e in piena espansione grazie anche agli investimenti di Audi che controlla la Casa del Toro dal 1998. Con il valore aggiunto del progetto Urus, il SuperSuv per il quale è stato inaugurato un impianto a parte nel polo emiliano e poi divenuto il modello di punta.
Presidente Winkelmann, nel 2015 era riuscito a portare Lamborghini a superare, per la prima volta, quota 3mila vendite.
«Riprendo la guida di una Lamborghini che ha chiuso il 2020 con ottimi risultati, nonostante il lockdown di due mesi per il virus, e il raggiungimento del più alto tasso di profittabilità di sempre. La fine del 2020 ci ha regalato un portafoglio ordini che copre i primi 9 mesi di produzione del 2021. E tra gennaio e febbraio vendite e consegne sono state superiori a quelle di un anno fa. Il marchio, nonostante la pandemia, ha dato prova di grande forza e crescente attrattività, in controtendenza rispetto alla tendenza del mercato del lusso globale. Siamo entrati bene nel 2021. E mi ha fatto molto piacere la calda accoglienza che tutti i collaboratori mi hanno riservato».
Lamborghini, nel 2020, ha venduto 7.430 vetture in tutto il mondo, il secondo miglior risultato commerciale di sempre dopo l'anno record del 2019 con 8.205 modelli consegnati.
«L'immediata reattività, un ideale mix di modelli e la crescente richiesta di personalizzazione dei nostri prodotti hanno spinto gli indicatori di redditività ai massimi livelli».
Ha trovato anche una Motor Valley trasformata in una realtà di servizi e valorizzazione del territorio.
«Sono fiero di essere cresciuto in un territorio nel quale, oltre alle unicità industriali, storiche, museali e turistiche, gli atenei formano i futuri ingegneri dell'automotive. La Motor Valley è una grande risorsa per l'Italia».
È presidente anche di Bugatti, marchio - come accaduto per Lamborghini - che ha fatto rinascere.
«Per ora passo di più il mio tempo in Italia, visto che sto preparando il cammino futuro di Lamborghini. Se ci sono sinergie? L'unica sinergia posso essere io, visto che mi occupo di ambedue i marchi. Sono modelli aziendali troppo distanti».
Il piano decennale?
«La prima sfida ci porta al 2025 e rinnoveremo la gamma attuale. Quindi, le fasi successive al 2030 e oltre».
Ferrari ha annunciato, entro il 2030, la sua prima elettrica. E voi? Per ora siete alla one off Sián FKP 37 ibrida, una sorta di laboratorio tecnologico.
«Non ci mettiamo in competizione con altri. Guardiamo alla nostra strategia, agli investimenti e ai ritorni».
Volkswagen ha confermato Lamborghini all'interno del gruppo, dopo le voci di cessione. E l'ipotesi Borsa?
«Al momento non ci sono ipotesi di Ipo».
Come pensa di celebrare l'auspicata fine della pandemia?
«Incontrando personalmente tutti e facendomi vedere spesso in fabbrica. Per la festa aspettiamo il Sessantesimo nel 2023. Ora prepariamo il futuro».
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