Economia

Lavoriamo 17 giorni in più per le tasse

L'associazione artigiani mette in guardia dall'aumento dei giorni lavorativi, 17 in più nell'ultimo decennio. Colpa delle nuove imposte. Tre giorni lavorativi in più soltanto per pagare la nuova Imu

Lavoriamo 17 giorni in più per le tasse

Nel breve termine le tasse non si potranno abbassare. Lo dice il premier Mario Monti, intervistato alla Repubblica delle idee, durante un'intervista con Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro. L'Italia spinge per uscire dalla crisi, ma risalire non sarà facile.

Parole del premier, che non rimangono però soltanto tali. Anzi. A chiarire a tutti che Monti ha ragione - almeno per quanto riguarda le tasse - ci pensa la Cgia di Mestre.

L'associazione degli artigiani fa due conti in tasca agli italiani ed ecco il risultato. I contribuenti lavoreranno diciassette giorni in più per pagare imposte, tasse e contribuiti. Diciassette giorni più di quanti ne sarebbero serviti solo un decennio fa.

Le cause di questo aumento del periodo lavorativo sono facili da trovare: bisogna assolvere agli obblighi fiscali e contributivi. Le tasse continuano ad aumentare. E di conseguenza salgono i giorni di lavoro. Qualche dato. Nel 2002 la pressione fiscale raggiungeva il 40,5%. Quest'anno, dieci anni dopo, si assesterà sul 45,1%.

L'impennata non può fare bene ai contribuenti, che al posto di 148 giorni, si troveranno a trascorrerne sul posto di lavoro 165. E se l'aumento sui dieci anni può non sembrare troppo incisivo, il dato più rilevante è allora forse quello che fa il paragone con il 2011. L'anno scorso avremmo lavorato dieci giorni in meno. E ben 3 di questi giorni ci serviranno a pagare l'introduzione dell'Imu. Insomma, nel giro di un anno il numero dei giorni lavorativi è cresciuto più che nei precedenti nove.

Il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi lancia l'allarme: il dato "dà l'idea di quanto sia eccessivo il nostro fisco. Ormai sui contribuenti onesti grava una pressione fiscale reale che arriva a superare il 54%. Non ha eguali in quasi tutta Europa".

E alla domanda se ci sarebbe un modo per invertire questa tendenza, per "far scivolare all'indietro il giorno di liberazione fiscale", Bortolussi risponde in maniera molto chiara: c'è da contrarre "la spesa pubblica improduttiva". Così si ridurrebbero le tasse.

"Per far questo è necessario riprendere in mano il federalismo fiscale".

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